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Demikhov, “I riferimenti noise-rock che caratterizzavano il nostro precedente disco ci sono ancora tutti”

Demikhov, “I riferimenti noise-rock che caratterizzavano il nostro precedente disco ci sono ancora tutti”

"La dinamica è essenziale sia in fase compositiva che in fase di registrazione: permette di introdurre grandi sorprese e un senso di spaesamento nell'ascoltatore"

Il lago di Garda è sicuramente noto per essere una zona turistica, ma per noi amanti della musica a tutto volume è altro: un bacino di creatività e una fucina di band interessanti. Tra queste, spiccano i Demikhov, che hanno appena pubblicato un singolo in anticipazione del loro nuovo album, in arrivo a Gennaio.

Ci è sembrato doveroso esplorare gli sviluppi di questa band che con questo singolo ha chiaramente intrapreso un percorso che si preannuncia molto interessante. A voi l’intervista in esclusiva per Giornale Metal!

Avete pubblicato “The Leader Is Dead and Everyone Is Grieving” come singolo che anticipa il nuovo album. Come mai avete scelto questo brano per rappresentare l’inizio del percorso dei Demikhov?

Più che rappresentare il disco in sé, che in realtà è molto vario e non non sempre in linea con le sonorità di “The Leader Is Dead…”, il brano segna chiaramente le metamorfosi che la band ha subito nel corso degli ultimi anni, esponendo così le nuove influenze e le nuove linee di ricerca. I riferimenti noise-rock che caratterizzavano il nostro precedente disco ci sono ancora tutti, ma al contempo si possono percepire altre soluzioni (e una decisa spinta sull’acceleratore dei bpm!).

Nel vostro genere conta saper giocare con i cambi di atmosfera all’interno dei brani. Quanto conta la dinamica dei brani in un “mix” di sonorità come il vostro?

La dinamica è essenziale sia in fase compositiva che in fase di registrazione: permette di introdurre grandi sorprese e un senso di spaesamento nell’ascoltatore, cose che in altri generi si ottengono con cambi di tonalità. Non che questo conti poco su palco! Ma lì spesso l’intensità, i volumi e la risposta del pubblico spingono verso una resa più monolitica.

Ci sono sonorità che non avreste mai pensato di coinvolgere nel progetto Demikhov, soprattutto per quanto riguarda l’album in arrivo, ma che poi in fase compositiva si sono rivelati essere la scelta giusta?

Abbiamo iniziato scrivendo “The Chemical Bath” quasi come una prosecuzione del precedente album, ma passato attraverso una decisa revisione a distanza di anni. Il cambio di line-up e l’arrivo di Marco al basso, infatti, ci hanno obbligato a riprendere i vecchi brani e rielaborarli secondo la nuova alchimia (nuovi modi di eseguire i brani, nuovi suoni, ecc.). Il disco è nato subito dopo, seguendo questa scia di intenso impegno. A dire il vero, le due novità più evidenti in quanto a sonorità (l’uso della voce e la presenza di campionamenti e suoni elettronici) sono state inserite senza una decisione programmatica, ma assecondando delle questioni espressive emerse dopo che i pezzi avevano già acquisito una loro fisionomia, seppur provvisoria. Per fare un esempio, alcuni di essi erano già stati testati dal vivo, prima della registrazione, ma in forma strumentale: solo condividendoli con i presenti in sala abbiamo colto l’urgenza di aggiungere dei testi e delle urla!

Non siete sicuramente un gruppo “metal” nel senso stretto del termine, vi piace contaminare con varie sonorità di musica “heavy” in tutte le sue declinazioni o quasi. Qual’è il vostro rapporto con il metal, in tutte le sue sfumature? Quanto metal c’è nella musica dei Demikhov e nel nuovo album in arrivo?

La grandezza del metal risiede nel fatto che già di per sé si è sempre esposto a inedite contaminazioni, lungo tutta la sua storia. Impossibile quindi non farci i conti! Molte delle band che abbiamo a lungo ascoltato e che stimiamo sicuramente rientrano a pieno titolo in questa categoria (Sumac, Full Of Hell, Altar Of Plagues, giusto per citarne alcune), assieme ad altre che sono più vicine all’hardcore, al noise o al drone. Ma in genere, come giustamente dici, il nostro rapporto con le più svariate sonorità “heavy” è stretto. C’è in un certo metal qualcosa di ruvido, di sporco e di roboante che combacia perfettamente con le nostre esigenze. Forse non il metal delle produzioni laccate, ipercompresse, tecnicissime e triggerate, ma quello più viscerale che nasce dall’urgenza di esprimere un malessere e un disagio altrimenti inascoltati.

Ci sono invece influenze più melodiche ed orecchiabili che vanno a costituire il vostro sound? C’è qualcosa di completamente diverso e inaspettato rispetto alle radici pesanti e a tutto volume che la vostra musica indubbiamente ha?

Siamo ascoltatori voraci e curiosi sia per natura che per professione. La piccola perla nascosta è sempre dietro l’angolo. Il fatto di suonare e comporre in un certo stile non ci impedisce certo di apprezzare altre sonorità. Musica psichedelica, garage, elettronica, anche certo jazz e folk non ci sono estranei. Giusto per citare un esempio, tra i migliori concerti ascoltati quest’anno possiamo sicuramente citare Peter Kernel, il cui ultimo, stupendo disco è ben lontano dal metal, ma possiede una freschezza e una ricchezza particolari. Inoltre, i due artisti che abbiamo coinvolto come ospiti nella stesura del disco (l’italiano Torba e l’americana Nordra) provengono da stili musicali molto diversi… Ma anche i loro contributi hanno saputo inserirsi appieno nello stile dei Demikhov, che è essenzialmente fatto di spontaneità e rabbia.

Domanda per i “gear nerd” là fuori: quali pedalini e quale equipaggiamento non può mancare nella pedaliera e nel live set dei Demikhov?

In effetti siamo anche noi dei gear nerd e degli esploratori di strumentazione! Molti strumenti passano senza lasciare il segno, altri si fermano il tempo di una registrazione. Alcuni, invece, sono ormai fedeli compagni da anni, come i manici in alluminio delle chitarre Nude e dei bassi Kramer: da quando abbiamo avuto modo di provarli, per le nostre sonorità non ci siamo più voltati indietro. Tra i pedali, sicuramente Lasgasp, MASF e Tronographic sono altrettante macchine efficacissime per rendere udibile quello che abbiamo in mente, assieme alle diavolerie di Lonesome Machine per le parti più rumorose!

Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album in arrivo a Gennaio? Cosa sperate che possa essere trasmesso a chi lo ascolterà?

Un disco vario e tuttavia compatto dal primo all’ultimo secondo! Una discesa vorticosa nel concept dell’album, dagli inizi frenetici – di cui avete già avuto un assaggio – fino alla chiusura più granitica e spiazzante. E una volta ripresi dall’impatto sonoro iniziale, siamo convinti che il suo ascolto potrà condurvi verso quel groviglio di emozioni che ogni giorno ferocemente ci spingono a comunicare e creare.

Tags: intervista
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