I Bloodred sono una realtà a cavallo tra black e death editi da Massacre records e che hanno dato il loro primo vagito discografico nel 2014, poi con cadenza discontinua hanno proposto quattro altri titoli e l’ultimo uscito la scorsa primavera è “Ad astra” e lo sto recensendo ora.
Va ammesso che il deus ex machina, Ron Merz, che sta dietro a questo lavoro e a questo nome preferisce non categorizzare fino in fondo il proprio lavoro, semplicemente; stessa cosa fa il socio Joris Nijenhuis, che è il signore delle pelli, resta inequivocabile il fatto l’impronta death e black è massiccia.
Le chitarre sono affilatissime; la batteria è a rullo compressione e non fa sconti neppure nei midtempo; purtroppo il basso non è particolarmente percepibile, escludendo ovviamente le parti diciamo così soliste in cui il basso da la linea principale di melodia. Per quello che compete la voce è principalmente in mezzo scream ed in scream pieno, sono in alcuni punti abbiamo il growl.
Unico neo che trovo i piatti che risultano troppo “lunghi”, forse avrei ridotto leggermente le code, ma siamo più in ambito di piacere personale che non un errore vero e proprio.
Strutture compositive rodate ma non scontate o prevedibili al 100%. Pur essendo dentro “mani e piedi” in un genere con stilemi definiti, la band trova la capacità di tradurre un proprio moto empatico ed una personale visione della composizione, degli arrangiamenti e delle scelte da mixer che permette di poter dire senza errore che questo è un lavoro fresco e interessante sotto diversi aspetti.
Come se non bastasse siamo di fronte ad album che ha una durata consistente, oltre i cinquanta minuti, per nove tracce; questo indica che i brani sono di media lunghezza e che potrebbero, se non composti e suonati in questo modo, parecchio prolisso o con la “furia fine a se stessa”.
Trovo interessante “United/divided”, “Neon gods”, “Shattered of worlds” che è anche opener, “Twilight falls” e la conclusiva e titletrack “Ad astra”. Come sempre fate vostro il lavoro e decidete le vostre tracce preferite.
A conclusione, un lavoro che si fa ascoltare, siamo di fronte ad una bella badilata di furia atavica e di capacità di regnare in un caos primordiale ma con “coscienza” e non fine a se stessa e neppure buttata in “caciara” come potrebbe facilmente accadere. Consiglio agli amanti del metal estremo e delle composizioni complesse e di qualità; a coda di tutto questo segnalo che l’album è in formato lp, digipack e formato digitale.
Voto: 7.5/10
Alessandro Schümperlin