di Maurizio Mazzarella
Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo singolo in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?
Il mio nuovo singolo si intitola “All Black”, ed è la prima traccia che pubblico dopo due anni. Il brano è un misto di rap, phonk e industrial, generi con cui sto sperimentando. Sono molto soddisfatto del risultato.
Come si è districata la tua formazione da musicista?
Ho iniziato a cantare verso i 14 anni. Desideravo avere una band punk, ma i miei coetanei non sembravano volercisi dedicare quanto me. Ho deciso quindi di cimentarmi con death e black metal con altre persone più adulte, ma anche con loro non abbiamo poi realizzato nulla di concreto. È per questo che poi ho iniziato a dedicarmi alla carriera da solista. Il tempo che ho trascorso con queste band mi è comunque servito a capire come utilizzare bene la voce, mentre per quanto riguarda la produzione sono stato autodidatta sin dall’inizio. Un aiuto mi è stato dato poi dai ragazzi di Clockbeats da cui ho imparato veramente moltissimo.
Come hai scelto il titolo del singolo?
“All Black” è per me un’espressione iconica. Da bravo metallaro mi sono sempre vestito di nero e il brano traspone questa idea solitamente legata al vestiario in una dimensione più universale. Voglio portare l’ascoltatore a fare un viaggio nel mio mondo dove vedo tutto nero.
A cosa ti ispiri quando componi?
Viviamo in un’epoca che sembra preannunciare l’apocalisse, la mia visione del mondo peggiora costantemente. Spesso la mia delusione verso l’umanità mi porta a comporre musica come valvola di sfogo. Per quanto riguarda i testi, cerco di rimanere il più possibile libero dall’influenza di altra musica. Trovo ispirazione nei film e nei libri, cercando di trasmettere una visione del mondo esattamente come la percepisco nella mia mente.
Alcuni brani sono meno seri di altri, ma mantengono sempre un filo conduttore.
Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo singolo?
Credo che ciò che attira gli ascoltatori della mia musica sia la fusione di tanti generi diversi. C’è un aspetto del mio progetto che può affascinare un appassionato di metal, mentre altri elementi possono attrarre chi ascolta solo rap. Ultimamente, le barriere tra i generi musicali stanno svanendo sempre di più, e mi piace molto mescolare queste culture diverse. Altri aspetti chiave sono ovviamente l’estetica del progetto, che curo sempre in maniera maniacale, e i testi che penso possano incapsulare bene come si sentano i miei coetanei.
Come nasce un tuo pezzo?
Di solito inizio componendo una strumentale, poi scrivo il testo e adatto tutto per creare un prodotto finale coeso. Ultimamente sto sperimentando spesso il processo inverso, partendo dal testo e costruendo la musica intorno ad esso.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?
A livello musicale prendo come punto di riferimento la musica con cui sono cresciuto, quindi band storiche come Marilyn Manson, Nine Inch Nails, Linkin Park, e artisti più “recenti” come Suicideboys, Bones, Ghostemane, e tanti altri.
Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa?
Stiamo lavorando costantemente a molte cose. Non voglio anticipare troppo, ma posso dire che presto usciranno dei lavori di cui sono immensamente fiero.
Come pensi di promuovere il tuo ultimo brano, ci sarà un tour con delle date live?
Ho suonato il brano al Black Plague a Malta durante un evento di musica alternativa e ho fatto alcune date qui nel nord Italia. Credo però che prima di considerare un vero e proprio tour, dobbiamo ancora approfondire diversi aspetti per offrire uno spettacolo che il pubblico ricorderà a lungo.
Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?
L’Italia è un paese indietro su tutto. Nel mondo ci sono persone che riescono a vivere di metal o musica alternativa, mentre qui sembra quasi impossibile. Spero di riuscire a dimostrare il contrario. I ragazzi hanno bisogno di questa musica. L’industria musicale è più preoccupata a cercare la copia della copia piuttosto che investire in chi fa qualcosa di diverso.
Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?
All’inizio mi è stato di grande aiuto, ma col tempo mi rendo conto che vivere su internet è diventata una vera e propria piaga sociale. Internet ormai decide tutto: cosa ci piace, cosa possiamo o non possiamo dire, cosa è di moda e così via. Tutti si sentono autorizzati a dare opinioni non richieste e a insultare. Il mondo online è molto diverso dalla vita reale e spesso tira fuori il peggio di noi. Molti giovani soffrono per questa situazione senza nemmeno rendersene conto.
Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?
Guardando al passato, anche se apprezzo gran parte di ciò che ho fatto, penso che sia stato molto al di sotto delle mie capacità artistiche. Senza svelare troppo, credo che ciò che pubblicherò nei prossimi mesi sarà su un livello completamente diverso, sotto molti aspetti.
C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?
La mia collaborazione dei sogni sarebbe con Trent Reznor, ascolto la sua musica da quando sono piccolo e mi ha influenzato molto. Lo ammiro non solo da un punto di vista compositivo, ma lo ritengo un vero visionario, oltre che un ottimo frontman.
Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Lo stesso messaggio che ripeto sempre a me stesso: spegnete il telefono e fate qualcosa che verrà ricordato.