Primo concerto della stagione 2004 e si può dire che è stata una partenza col botto. L’Alcatraz di Milano fa (come di consueto) da splendida cornice alla calata italiana del Glory and the Beast tour. Kermesse che vede esibirsi da co-headliner Beast In Black e Gloryhammer. Due band che negli ultimi anni hanno visto aumentare esponenzialmente il loro seguito tra i fan italiani. Dal nostro canto non possiamo che essere felici per loro in quanto seguiamo i due gruppi sin dagli esordi e li abbiamo visti scalare pian piano l’indice di gradimento degli amanti del power metal con contaminazioni anni 80 e musica dance.
Ad aprire la serata troviamo i Brothers Of Metal (combo svedese in attività da più di un decennio), che all’attivo due full lenght (ultimo del 2020 intitolato “Emblas Saga”). I ragazzi di Falun (stessa località che ha dato i Natali ai Sabaton) propongono un power metal epico a tinte folk che trova la sua peculiarità nei testi ispirati alla mitologia norrena. In più colpisce il loro numero sul palco (ben 8 membri) e l’abbigliamento vichingo, che se da un lato fa’ sorridere dall’altro ben si sposa con le tematiche dei loro testi, che ben analizzati fanno trasparire grandi dosi di ironia. Ed è forse quest’ultima peculiarità a fare da trait d’union alle altre due band. La loro performance è stata ottima. Pur essendo alla prima data in assoluto nel nostro paese i “vichinghi” svedesi hanno aggredito l’audience con spavalderia riscuotendo una spettacolare risposta dalla venue. Molti cantano le loro canzoni e ci si diverte ascoltando le varie “Prophecy Of Ragnarok”, “Ride Of The Valkyries” e “The Other Son Of Odin”. La loro proposta non è il massimo dell’originalità ma la simpatia e le melodie ruffiane ed accattivanti fanno si che il loro show scorra in maniera estremamente piacevole. Tra tutte spicca “Yggdrasil”, pezzo spettacolare che mette in mostra la bravura dei Brothers Of Metal. “Defenders Of Valhalla” chiude il loro show con i tre cantanti (la bella Ylva, Joakin e Mats) che interagiscono a meraviglia portando a casa un nutrito numero di applausi e sicuramente anche nuovi sostenitori. Promossi a pieni voti.
Set list: 1. The Death Of The God Of Light 2. Prophecy Of Ragnarok 3. Njord 4. Ride Of The Valkyries 5. The Other Son Of Odin 6. Berserkir 7. Concerning Norns/Yggdrasil 8. Defenders Of Valhalla
Come al solito introdotti dal cartonato di Tom Jones e la sua “Delilah” e con il palco allestito stile castello medievale fanno il loro ingresso sul palco (palco grande con il tendone a metà sala) i grandiosi Gloryhammer. Bisogna dire che Sozos Michael (alias Angus McFife) è migliorato ulteriormente rispetto alla sua ultima esibizione a Milano. Vocalmente non si discute, per quanto riguarda la sua mobilità sul palco (pur avendo fatto dei passi in avanti) è a nostro parere ancora migliorabile. Per il resto i Gloryhammer sono la solita macchina da guerra. Forti di un nuovo full lenght (“Return To The Kingdom Of Fife” del 2023) i nostri guerrieri provenienti da un altra dimensione mettono a ferro e fuoco il palco dell’Alcatraz. Tra melodie super catchy, ritmi dance e tanto power metal (di Rhapsodiana memoria) ci si diverte, si canta e si balla. Non può mancare il goblin, al quale viene sottratto il “Gloryhammer” (sull’omonima canzone), ed è protagonista del (finto) assolo di sax su “Wasteland Warrior Hoots Patrol”. La scaletta poi è ben bilanciata proponendo estratti (in maggioranza) degli ultimi due album. Spettacolare la versione di “Keeper Of The Celestial Flame Of Abernethy” che, seguita da “Universe On Fire” e “Hootsforce”, rappresenta l’apice di un grande show. In chiusura il cavallo di battaglia “The Unicorn Invasion Of Dundee” mette fine alla loro performance ed è seguita dall’incoronazione di James Cartwright (alias The Hootsman). Ancora una volta i Gloryhammer colpiscono nel segno lasciando il pubblico estremamente soddisfatto e ricevendo cori e applausi a profusione. Niente da dire, grandiosi!
Set list 1. Holy Flaming Hammer Of Unholy Cosmic Frost 2. Gloryhammer 3. The Land Of Unicorns 4. Fly Away 5. Angus McFife 6. Wasteland Warrior Hoots Patrol 7. Fife Eternal 8. Masters Of The Galaxy 9. The Siege Of Dunkeld (In Hoots We Trust) 10. Keeper Of The Celestial Flame Of Abernethy 11. Universe On Fire 12. Hootsforce 13. The Unicorn Invasion Of Dundee
Nel frattempo viene allestito il palco dei Beast In Black. In puro stile giapponese, troneggiano due Torii (tradizionale portale d’accesso giapponese che immette a un jinja, tipico santuario shintoista) ai lati della batteria e emerge la testa della bestia proprio sotto di essa. Partenza infuocata con “Blade Runner” e “Bella Donna” a scatenare la sala. L’urlo dei presenti si erge poderoso. L’incitamento alla band non verrà mai a mancare durante tutta l’esibizione e più volte Yannis si dimostrerà colpito dall’amore dei fan italiani per la sua band. Proprio il singer greco, stasera in serata di grazia, è poi autore di una prova straordinaria raggiungendo picchi vocali di luminosa bellezza. Non da meno Anton Kabanen alla seconda voce e chitarra che lo supporta in maniera egregia. Impossibile poi non citare la tenuta del palco da parte di Kasperi Heikkinen (un plauso ai suoi pantaloni) e Molnar (che con lo stesso Kabanen) formano un trio affiatato e scenico. Ultimo, ma da non trascurare, l’apporto di Atte alla batteria. Scivolano via “Sweet True Lies” “Hardcore” e “Midnight Rendezvous” (solo per citarne alcune) e il pubblico si prodiga in un pogo forsennato su “Zodd The Immortal”. Rispetto alle altre band (ora la venue è ben piena) i fan sono più scatenati. Circle Pit, crowd surfing e una variante del pogo che potremmo definire “discopogo” accompagnano ogni canzone. Ancora grandissime emozioni su “Ghost In The Rain” grazie alla grande interpretazione di Yannis, prima che il trittico finale (“Dye By The Blade”, “One Night In Tokyo”, “End Of The World” ci regali le ultime sferzate di energia. I Beast In Black concludono in pompa magna in uno scroscio di meritati applausi.
Set list 1. Blade Runner 2. Bella Donna 3. Beast In Black 4. Sweet True Lies 5. Broken Survivors 6. From Hell With Love 7. Hardcore 8. Moonlight Rendezvous 9. Zodd The Immortal 10. Ghost In The Rain 11. Highway To Mars 12. Blind And Frozen 13. Die By The Blade 14. One Night In Tokyo 15. End Of The World
La serata sicuramente si candida come una delle più belle dell’anno (e siamo appena a gennaio). A giudicare dal comportamento e dalle facce sorridenti alla fine dello show possiamo certificare che l’intero show è stato un gran successo. Bisogna quindi ringraziare le band che si sono esibite senza risparmiarsi, l’Alcatraz per aver fatto da contorno con la loro splendida sala e la Vertigo Hard Sounds per aver organizzato il tutto con la consueta professionalità. Un ringraziamento particolare al pubblico, sempre presente e pronto a dimostrare il proprio gradimento ai loro beniamini. Inizio 2024 da incorniciare speriamo continui così. Alla prossima!