Tornano in pista dopo un ventennio di assenza gli inglesi Balance of Power e lo fanno con un disco che li rilancia nel mondo dell’heavy metal con una buona quotazione.
“Fresh from the Abyss” ha una grande partenza con “Last Man Down” brano dotato del giusto groove, con una incalzante riff e una struttura semplice ma trascinante, davvero un gran brano.I Balance of Power tornano dopo 21 anni e l’operazione non è banale.
Il loro territorio espressivo è un power metal melodico che come impasti vocali e struttura dei brani mi ricorda molto gli House of Lords, anche se gli inglesi sono leggermente più duri.
La band, rispetto a questo “Fresh from the Abyss”, ha già mutato alcuni musicisti, anche se tutto mi pare ruoti intorno alla frontwoman. La line up del disco è la seguente : Hazel Jade, voce solista, Chris Masimore e Stoney Wagner alle chitarre, Tony Ritchie basso e voce, Julien Spreutels alle tastiere e Lionel Hicks alla batteria, mentre quella attuale, che ha effettuato anche alcuni concerti, vede la sostituzione dei due chitarristi con Chris Young e Adam Wardle, senza tastierista.
Scritto durante la pandemia e pesantemente ispirato a questa brutta pagina della storia recente del pianeta, questa opera scorre piuttosto agilmente con composizioni brevi e ficcanti, come “Never be here again”, che parte come una ballata per poi trasformarsi in un altro ottimo brano power melodico, dove la voce di Hazel Jade dimostra la sua ottima resa, specialmente nella parte centrale dove il brano assume una forma diversa, prima di lanciare un assolo in coppia delle chitarre niente male.
Più orientato all’hard rock classico “Monsters”, con altra soluzione solistica di buon livello. Più serrato il riff che anima “Rage of Ages”, con una assonanza con i Benedictum di Veronica Freeman, il cui timbro vocale e esecutivo scatena molti parallelismi, in senso positivo, ovviamente. Una venatura death nella struttura musicale, non nella parte vocale, si aggiunge alla musica di Balance of Power in “Abyss”, brano che il gruppo ha scelto come video da pubblicare per lanciare il disco.
Gli assoli della coppia di chitarristi ormai fuori dalla band sono interessanti, anche se tendono tutti ad avere la medesima configurazione, con inserti di tastiere a renderli più vari. “Velocity” si esprime con una variegata espressione vocale e un assolo spagnoleggiante, che si allaccia a un riff deciso, più o meno come “Deadlands”, mentre la conclusiva “One time around the sun” è una specie di ballata molto energetica.
Un ritorno di Balance of Power certamente positivo, anche se ora si dovrà vedere che frutti porterà l’assestamento della line up e il rodaggio delle esibizioni live. Una band da seguire, non solo per la storia passata.
Voto: 7/10
Massimiliano Paluzzi