L’ex-singer “di lusso” degli Iron Maiden Paul Di’Anno è ancora oggi sulla bocca di tutti (non foss’altro per i suoi problemi di salute, per i quali gli auguriamo che si rimetta presto). Ovviamente, il nostro continua a vivere un po’ di luce riflessa. Sono sicuro che la stragrande maggioranza dei suoi fan lo segue in quanto è stato l’indimenticato frontman dell’epoca dei primi, mitici due albums degli Irons. Ma in fondo, chi l’ha detto che questo sia un male? Effettivamente, questo bel live-album ci dimostra che, pur fuoriuscito da decenni dalla Metal band più famosa del mondo, essendo ormai ricordato giocoforza come il simbolo della stessa in piena NWOBHM, ha tutto il diritto di raccogliere ciò che ha seminato durante quel magico periodo. E, devo ammettere, ancora oggi un concerto di Di’Anno pare rivelarsi un esperienza elettrizzante e coinvolgente. Questo traspare da questa incendiaria esibizione tedesca al Festival di Waltrop, risalente addirittura al 2006. Non ho ben capito per quale motivo il live-album in esame salti fuori solo dopo 14 anni, ma perlomeno si tratta di un prodotto di indubbia qualità. Il nostro, in un’oretta di esibizione, sviscera il meglio dei primi due albums degli Irons, una mezza dozzina di brani tratti dagli albums di alcuni dei suoi solo-projects (Battlezone, Killers) e addirittura una cover di “Blitzkrieg Bop” dei Ramones, a conferma della discendenza fortemente Punk del personaggio Di’Anno. Supportato da una band perfettamente affiatata e potente, capace di suonare i brani più classici in maniera diligente e potente (addirittura è presente la strumentale “Transylvania”, uno dei momenti del live in cui pare davvero di riascoltare gli Irons originali del 1980/81!) il nostro, nonostante alcuni momenti canori non perfettamente puliti, ce la mette tutta per rendersi protagonista di un’esibizione trascinante e potente. E ci riesce alla grande. Completa il quadretto una resa sonora che dire ottimale è poco (spero tanto che il live non sia stato ritoccato in studio). Un live caldamente consigliato soprattutto a chiunque, cresciuto con “Iron Maiden” e “Killers”, vuol sentire di nuovo la voce dell’Originale intonare certi brani che ormai per i metallari rappresentano inni generazionali, come “Prowler”, “Running Free” e, soprattutto, la finale, mitica “Sanctuary”.
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli