Beh cosa dire… un disco di questa caratura dovrebbe far cambiare idea a chiunque NON fosse fan del genere. Probabilmente molte, troppe persone giocano a dimenticarsi che il Southern Rock non si limita soltanto ai comunque mitici Lynyrd Skynyrd, Molly Hatchet, Allman Brothers. Gli Outlaws dove li mettiamo? Discograficamente attivi dal 1975, con i loro albums più gloriosi pubblicati per Arista… basta, biograficamente ho detto abbastanza. Passiamo a focalizzarci sul loro nuovo album, l’undicesimo se non erro. Gli Outlaws attuali vengono presentati con una produzione perfetta dalla Steamhammer. E il loro Rock di Pura Razza Sudista riesce a coinvolgere l’ascoltatore fin dall’iniziale, celebrativa “Southern Rock Will Never Die”, che è di una tale bellezza da valere l’acquisto dell’intero album. Un brano che funziona alla grande. Nel testo vengono ricordati ed onorati tutti i Fratelli Sudisti deceduti, tra i quali ovviamente Ronnie Van Zant e i fratelli Allman. Ma non aspettatevi stereotipi di genere: anche da un ascolto veloce si rimane letteralmente incantati! Ottimo incipit per l’intero album, insomma. E il resto non è assolutamente da meno. Principalmente, una manciata di ottime Rock songs venate di Country, Hard e Blues, eseguite con tutti gli accorgimenti e gli arrangiamenti che non devono mai mancare in un VERO album di Rock Sudista. Ma attualizzati e valorizzati ai massimi livelli, letteralmente. Compresi assoli di chitarra a dir poco formidabili e di grandissimo gusto, arrangiamenti di slide (come quelli presenti nella title-track, capaci di trasportarci mentalmente sull’autostrada vecchia, che costituiva storicamente il confine con gli Stati del Sud), armonie chitarristiche e cori che hanno tanto di Soft Rock americano e performance vocali che fanno impazzire per feeling e cuore (seguendo una rinomata tradizione Southern, i nostri presentano più voci soliste: da quella più limpida presente, ad esempio, su “Windy City’s Blue” a quella più roca e blueseggiante, riscontrabile nella maggior parte delle altre songs). Cos’é allora “Dixie Highway”? Semplicemente, 54 minuti del miglior Southern Rock attuale. Orecchiabile ed energico, attento tanto al feeling quanto al songwriting. Radicato nella Tradizione, ma MAI obsoleto. Evidentemente la Steamhammer sa il fatto suo, quando si tratta di glorificare un genere che ancora oggi sa far breccia nel cuore di molti ascoltatori, non solo americani e non solo del Sud. Voglio sottolineare ancora una volta il lavoro delle chitarre elettriche, “paradisiaco” per gli amanti dello strumento, con il picco più alto nella strumentale “Showdown”. Splendida! Un consiglio: prendetevi l’ultimo degli Outlaws, fate un piacere a voi stessi. Altrimenti, vi prendo a revolverate!
Voto: 10/10
Alessio Secondini Morelli