Dopo avere annunciato la conclusione della carriera degli UFO, di cui Phil Mogg è stato cantante e leader indiscusso, nello scorso aprile, si pensava alla sua meritata pensione artistica, anche perché era stato colpito da infarto e quindi il tour del 2022 della band che annoverava lo straordinario chitarrista Vinnie Moore, sembrava la conclusione di un percorso lungo e ricco di soddisfazioni.
Invece Mogg riparte con un progetto solistico, avvalendosi di personaggi di qualità, con il nome di Moggs Motel e il disco onomimo. Diciamo subito che Moggs Motel non sono certamente una band sperimentale, visto che sviluppano e operano su linee musicale ampiamente note e sovrapponibili alla musica proposta dai grandissimi UFO.
I brani sono piuttosto vari, anche se non ci sono sorprese particolari, con pezzi come la blueseggiante “Tinker Taylor” che suscita emozioni, con tanto di coro dalle venature soul, per un brano che proviene dalla storia dell’ hard rock ma che è assolutamente attuale.
“Storyville” è un brano dove la chitarra inventa atmosfere rarefatte, accompagnando l’evocativa voce di Phil Mogg, che si esprime alla grande insieme a Tony Newton al basso e tastiere, Nei Carter e Tommy Gentry alle chitarre e Joe Lazarus alla batteria.
Ci sono brani autenticamente Ufo come “Wrong House”, hard rock datati che riportano alla produzione classica della band inglese. Un pianoforte introduce “Shane”, altro hard rock tipico con chitarra protagonista su una base ritmica precisa e ficcante, mentre il singolo che ha anticipato il long playing, “Apple Pie” è piuttosto movimentato e vede i Moggs Motel creare quell’atmosfera tipica da pub fumoso, che ha caratterizzato tanta storia del rock.
Anche se probabilmente in questo ambito il più è stato scritto, a chi piacciono queste sonorità, questo disco solista di Phil Mogg restituisce un musicista ancora in grado di interessare pubblico e critica.
Voto: 7/10
Massimiliano Paluzzi