Se qualcuno si starà chiedendo se in giro ci sono ancora band capaci di suonare hard rock puro, quello che sconfina nel glam, nel metal e sleaze rock, la risposta è semplicemente sì, ci sono band capaci di non fare rimpiangere le più grandi e blasonate formazioni del genere. In questo caso ci si riferisce ai Confess, un quintetto proveniente dalla fredda Svezia, autori di un album altamente esplosivo e capace di farci sobbalzare, proprio come facevano e fanno ancora i vecchi classici del genere. Si parte fin da subito, dall’artwork, affidato a un artista spettacolare, Gisel Ippoliti che ha saputo rendere “visibile” la musica dei Confess, riuscendo a rappresentare appieno quello che sono oggi i cinque ragazzi svedesi. L’odore del rock di strada e selvaggio si comincia ad avvertire già dalla frizzante e trascinante canzone d’apertura, So What?, brano che ricorda i migliori Motley Crue, quelli dell’album Dr. Feelgood tanto per intenderci. Brano che metterà in crisi molte delle migliori hits del genere. Uno di quei brani che rimane subito in mente. Si continua con la grande e già conosciuta come singolo, Malleus, altra perla fatta in musica, puro hard rock, già candidata a essere uno dei cavalli di battaglia della band, con un ritornello che non si staccherà più dai nostri padiglioni auricolari. Se poi con Welcome Insanity la band si sposta verso dei lidi class metal con una spruzzatina di AOR di alta qualità, la successiva A Beautiful Mind rivela un mid tempo heavy dal tiro classicheggiante, sempre con un’impronta hard rock ben riconducibile a loro stessi. Riesce in pratica a entusiasmare ad ogni singola traccia, questo terzo lavoro dei Confess, sì perché le cose belle non finiscono ai primi quattro brani, ma continuano con Heresy, un ultra classico del genere, si arriva poi all’apice del disco, che vede la title track, Burn ‘em All, uno dei migliori brani dell’intero lavoro,se proprio dobbiamo essere pignoli. Il fatto è che in un certo senso non si riesce comunque a scegliere effettivamente se c’è un brano che sovrasta un altro, perché il disco è vario, con brani frizzanti, veloci, rudi, pieni di melodie e pathos. Altri episodi da segnalare sono: Is It Love, My Vicious Way che ricorda appieno i migliori periodi dello sleaze rock degli anni ’80. Chiudono questo gioiello di album: 509, Prominence e One For The Road, degna chiusura di un lavoro che trasuda amore immenso per il puro rock. Un album che farà la felicità di tutti, nessuno escluso, un album che molte grandi band possono semplicemente sognare di scrivere, lo scriviamo con una palese verità che sta proprio dentro Burn ‘em All. Acquisto obbligatorio, essendo questo terzo disco dei Confess, uno degli ultimi baluardi del puro Hard Rock.
Voto: 10/10
Sandro Lo Castro