Tradizionalmente allocato presso le Cave di Fantiano in Grottaglie, in provincia di Taranto, per motivi burocratici il Cinzella Festival era stato spostato in quel di Brindisi, presso il capannone industriale ex Montecatini. Problematiche relative alla sicurezza hanno successivamente impedito l’uso della location, costringendo gli organizzatori a ripiegare sulla magnifica Rotonda del Lungomare di Taranto, già ben collaudata per manifestazioni di questo tipo (vedi Medimex…), naturalmente per la soddisfazione di noi tarantini. Essendo diluito su tre serate, con un’offerta variegata per quel che riguarda i generi musicali proposti, naturalmente sempre con piglio alternativo, noi di Giornale Metal abbiamo partecipato a quella dedicata all’hard rock, la seconda del 16 Agosto. Giunti sul posto abbiamo la sensazione palpabile di un evento organizzato in modo impeccabile, dall’impatto visivo ricevuto dal mastodontico palco alla dislocazione dei vari stands di artigianato e gastronomia. Notevole il dispiego di personale addetto a curare lo svolgimento in ordine e sicurezza della manifestazione. I giovanissimi baresi Red Room aprono puntuali le danze col loro rock essenziale, le cui influenze abbracciano un arco temporale che va dagli Who ai Sex Pistols. Sono bravi ed hanno talento e gli auguriamo il meglio. Arriva il momento dei veri apripista, gli australiani Wolfmother. Capitanati dal chitarrista-cantante Andrew Stockdale, hanno donato al pubblico una lunga ed energica esibizione della loro musica seventies oriented (sinceramente li etichettano anche come stoner band ma, a giudizio del sottoscritto, impropriamente). Certo è che dopo il disco omonimo del 2005, che ebbe notevole successo, hanno pubblicato sempre dei buoni lavori che però non son riusciti a fargli fare quel salto di qualità, in mancanza del quale oggi sono un’ottima band da festival, assolutamente, ma sempre all’ombra di nomi di un certo blasone più in alto in scaletta. E veniamo al clou della serata, ovvero l’esibizione del mitico Gene Simmons, leader dei Kiss insieme a Paul Stanley, che, dopo l’addio (sarà vero ?!…) alle scene della band madre, ha deciso di intraprendere un tour con una band tutta sua. Di colpo la rotonda si è riempita di gente, precedentemente sparsa dappertutto, magari a godere dello splendido panorama offerto dal lungomare ionico, che durante la manifestazione viene appositamente delimitato per regolare l’ingresso dei paganti. Scopriamo subito le carte affermando che il 75enne bassista, libero da schemi e catene, ha sfoderato un esibizione di gran classe, che ha reso giustizia al suo essere “leggenda” del rock. Gene è un vero rocker: ha suonato, cantato ed intrattenuto il pubblico con doti di vero showman. E’ stato colloquiale, empatico e divertente, interagendo continuamente con la folla, che ha puntualmente ricambiato. Scaletta chiaramente incentrata sui successi dei Kiss, in particolare quelli in cui è voce solista, che si apre con la mitica Deuce. E poi uno dietro l’altro, senza citarli tutti, War Machine, Are You Ready (notevole l’interazione col pubblico), I Love It Loud, Shout It Loud, Parasite, Cold Gin, Calling Dr. Love… Uno dei momenti topici è stato nel mezzo dello show, quando visibilmente commosso ha guardato lo splendido cielo stellato e vi ha puntato il dito, dedicando al suo amico Lemmy una tellurica versione di Ace Of Spades, cantata dal drummer Brian Tichy (Lynch Mob, Whitesnake, The Dead Daisies). A proposito di Brian, la sua è stata un’esibizione eccezionale, che ha donato tiro incredibile a tutta la setlist. Non da meno son stati i due axeman Brent Woods (Sebastian Bach, Vince Neil) e Jason Walker, con un chitarrismo si virtuoso, ma che ha privilegiato la “botta” ed il feeling… Una band di animali da palco insomma, leader compreso. Chiude l’esibizione l’immancabile Rock ‘N’ Roll All Nite, tra i cori e le ovazioni del pubblico, che avrebbe gradito un bis che purtroppo non c’è stato per rispettare gli orari concessi dalla legge in pieno centro urbano. Segnaliamo la presenza di personaggi come Giampiero Ingrassia, l’attore e regista appassionato di rock, Andrea Ferro dei Lacuna Coil e Michele Luppi, musicista orgoglio nazionale nei Whitesnake di David Coverdale. Permetteteci infine di prendere le distanze da pseudo giornalisti locali che, pur di incassare qualche click in più, non esitano a demolire l‘incredibile lavoro di chi cerca di organizzare eventi come questo per dare lustro alla città ed all’intero sud, per altro sfruttando pretestuosamente un’interpretazione del tutto personale di alcune dichiarazioni dell’artista di punta della serata. Noi, al contrario, ringraziamo il Cinzella festival ed il suo staff per queste bellissime serate in riva allo jonio e per aver permesso a noi di Giornale Metal di raccontarvi questa serata! Al prossimo anno !!!