Cosa ci sarebbe da dire sui Christian Death? Direi nulla, siamo di fronte ad una delle pietre miliari del dark e del “dead rock”. Dei capisaldi e degli innovatori di fine secolo.
Vero, come sempre accade alcune dinamiche sono state poco simpatiche come il fatto che per un periodo ci furono due band dal nome Christian Death con in entrambe i casi membri ed ex membri; ma non voglio entrare in quella dinamica sia per rispetto di chi non è più tra noi che per coloro i quali hanno lasciato la musica.
Il nuovo lavoro che ci propongono si chiama “Evil becomes rule” ed è un album che trasuda il marchio di fabbrica “Christian Death” Nulla si discosta dalle dinamiche tipiche della band, intreccio di voci tra Maitri e Valor e nel mezzo sonorità che spaziano e che sono da corollario ad un composto minimale ed evocativo allo stesso tempo.
Undici brani che sono basati principalmente su di un midtempo, con delle “variazioni sul tema” molto interessanti ed accattivanti, dettato da una batteria scarna e forse, un pochino secca sul rullante come suono di post produzione, a cui vengono inserite le frequenze basse e cavernose del basso, appunto, che permette sia alla chitarra che alle voci di appoggiarsi in modo leggiadro e di tessere delle melodie particolari ed a tratti ipnotiche.
Ci sono addirittura delle reminiscenze del loro passato in questo album; a più riprese trovo la stessa “fragranza” di fine anni ottanta nel comporre e non ultima, la metodologia tipica degli ultimi vent’anni. I brani seppur in pieno stile “Christian Death”, il che li fa risultare abbastanza prevedibili, ma non sono per nulla banali. Cosa intendo per prevedibili ma non banali?! Semplice ti aspetti in un punto specifico del brano l’intreccio di doppia voce?! ed ecco che arriva puntuale come un treno della SBB(ferrovie elvetiche), ti aspetti un supporto da parte dei synth?! Ed eccolo qui che spunta una tastiera nel pieno della sua capacità sonora.
Gli anni passano ma alcune band non cambiano, pur portando alla luce materiale nuovo ed emozionando come in passato. “Abraxas we are”, “Elegant sleeping”, “Beautifu”, le due parti di “Who am I” cono brani di livello e che permettono di entrare meglio nel mood della band e di questo album. Menzione speciale per “New messiah” che ha una sua carica assolutamente differente rispetto al resto.
In conclusione anche questa volta i Christian Death fanno il loro lavoro e fatto benissimo. Come sempre dimostrano la continuità e la capacità di sorprendere pur rimanendo fedeli a se stessi e proponendo materiale di grande impatto sonoro ed emotivo.
Voto: 8.5/10
Alessandro Schümperlin