Ciao Andrea, ti ringrazio per la disponibilità concessa per questa intervista. Allora parlaci un po’ di te, del tuo percorso artistico…
Ciao, grazie a voi, il mio percorso professionale è cominciato esattamente 30 anni fa, ed è stata la conseguenza di una grande passione, non tanto una necessità. Avevo iniziato a frequentare l’università quando ad un certo punto hanno cominciato a darmi dei soldi per suonare la chitarra. Dopo una costante gavetta nei locali della mia città attuale (Genova) ho avuto la fortuna di incontrare Eros Ramazzotti e collaborare saltuariamente con lui, in seguito sono arrivate altre richieste per attività live e in studio, posso citare ad esempio Anna Oxa, New Trolls, Alexia, Mario Biondi, Renato Zero, Natalia Lafourcade e molti altri.
E’ ufficialmente disponibile “Evil”, il tuo nuovo lavoro che hai anche prodotto. Sei soddisfatto del risultato finale? Personalmente l’ho ascoltato ed è un gran bel disco.
Ti ringrazio davvero molto. E’ stato un lavoro di squadra, realizzato insieme ad ottimi amici e musicisti. Il progetto era partito nel 2007 e poi abbandonato per scarsa convinzione, quando alcune persone, grandi professionisti, tra i quali Fabio Trentini, Markus Reuter, Federico Malaman, Roberto Tiranti e molti altri, mi hanno stimolato ad andare avanti. Si, sono soddisfatto del risultato, anche se è la natura dell’artista non apprezzare a fondo il proprio lavoro e trovare sempre punti da migliorare. In pratica non sono mai contento di quello che faccio, ma pare che invece altri lo siano, per cui mi affido al loro gusto..
Ti sei ispirato a qualcosa in particolare per la stesura dei pezzi? Quanto ha influito la tua esperienza che hai avuto con artisti notevoli della scena musicale Pop e Rock in questo disco?
Questo è il mio secondo album, il primo si chiama “Nylon Strings” ed è uscito nel 2016. Quando lavoro ad un mio progetto mi piace molto l’idea di essere onesto e incontaminato artisticamente, per cui non scendo mai a compromessi, come giustamente accade nei casi in cui, in qualità di turnista, lavoro per un arrangiatore o un artista. Nei miei album c’è solo la mia identità, magari mutevole ma sempre il più personale possibile, o almeno è quello che cerco di ottenere. Qualunque musica io abbia ascoltato e mi sia piaciuta e qualunque persona mi abbia insegnato qualcosa ha influenzato il mio modo di suonare, pertanto direi che questo processo di costante evoluzione sia ancora in atto.
Come sappiamo tutti ormai, il Covid ha azzerato ogni forma di socializzazione e aggregamento andando a colpire profondamente tutto il settore culturale e musicale. Come stai vivendo tutto questo? Stai continuando a lavorare su altri progetti, collaborazioni etc..?
Effettivamente avendo un home studio sufficientemente attrezzato ho la possibilità di lavorare molto da casa, ed è proprio quello che sto facendo negli ultimi tempi. Una delle cose più interessanti è stata partecipare con le mie chitarre alla colonna sonora del film “Diabolik” dei Manetti Bros. che, Covid 19 permettendo, dovrebbe uscire quanto prima. Siamo in un periodo storico molto particolare, nessuno sa cosa succederà, la musica è sicuramente una inesauribile fonte di emozioni, che mi auspico continui ad ispirare le persone dal punto di vista sociale e culturale.
Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale italiana? E’ una domanda molto complessa perchè ci sono generi da noi che faticano moltissimo e altri che stanno vivendo un periodo d’oro come la tanto chiacchierata Trap, poi c’è la famigerata mentalità esterofila che affossa molte band di genere valide italiane a favore di quelle estere….
Diciamo che in ogni periodo storico si chiudono delle porte e se ne aprono delle altre. Un tempo senza i mezzi necessari era impossibile farsi ascoltare, mentre oggi possiamo accedere alle platee di tutto il mondo, basta avere qualcosa di davvero interessante da dire. Non mi sono mai occupato di dividere la musica in generi, l’ho sempre valutata per la sua qualità. In ogni era c’è sempre stato uno stile musicale di tendenza, quasi sempre osteggiato dalle generazioni precedenti. Al momento si è creato un mercato di nicchia, contrapposto a quello mediatico, che sembra funzionare abbastanza bene, sia per l’editoria e l’autorato, che per riuscire a dare spazio anche a chi sviluppa progetti controcorrente. La mia filosofia è comunque sempre stata “lavora sodo e prima o poi qualcuno se ne accorgerà”, in fondo ritengo che la necessità più importante per un musicista non sia lavorare, ma continuare a lavorare, visto che questo mestiere, dagli esempi che ci danno Paul McCartney, Keith Richards, Tom Jones e molti altri, prosegue praticamente per tutta la vita.
Hai in programma degli eventuali live nei prossimi mesi, ovviamente pandemia permettendo?
Purtroppo al momento la situazione live è sospesa, per cui non ci sono concerti in vista. La mia attività è ora rivolta alla composizione e registrazione, nonchè alla didattica, anche tramite il mio libro “La Chitarra Moderna” uscito nel 2015 per Curci Editore.
Ti piacerebbe collaborare con qualche musicista e/o artista in particolare italiano o straniero, con cui ancora non hai lavorato?
Suonare con l’artista dei propri sogni è una delle cose più belle che possano capitare ad un musicista. Purtroppo quasi tutti quelli che piacciono a me sono morti, ahahah. Sicuramente sceglierei Frank Zappa, un modello di ispirazione dal punto di vista filosofico, umano e musicale. Per quanto riguarda gli italiani mi piace molto il lavoro di Niccolò Fabi, che trovo uno dei più grandi artisti di oggi. Non è mai stata una mia priorità eseguire assoli imponenti, mi sono sempre messo a servizio del brano, per cui l’accompagnamento di una bella canzone è a mio avviso preferibile al virtuosismo su un brano mediocre.
Ti ringrazio per la disponibilità, lascio a te le conclusioni di questa chiacchierata !
Posso sicuramente raccomandare ai lettori l’ascolto del mio album “Evil”, fatemi sapere se vi è piaciuto. Ciao!!!
Sonia Giomarelli