A tre anni di distanza da Too Mean to Die, ultimo album uscito dalla penna di Wolf Hoffmann, esce il nuovo album di una delle band più iconiche degli ultimi 40 anni: gli Accept.
Il nuovo album intitolato Humanoid in uscita il 26 Aprile per Napalm Records si conferma un concentrato di tutti i trademark della band, spiccano il leader maximo Hoffmann con l’apporto fondamentale del vocalist Mark Tornillo.
L’album è formato da 11 tracce dove lo stile inconfondibile di Wolf alle chitarre la fanno da padrone. Una degli aspetti che ho sempre apprezzato di Hoffmann è la naturalezza con la quale riesce a sfornare riff su riff mai banali, giri armonici diretti, passaggi con stile rock metal di grande eleganza. Un songwiter di altissimo profilo. La naturalezza che ha nello scrivere brani è disarmante,
nonostante il genere ormai totalmente inflazionato e saturo, il buon Wolf scrive sempre grande musica. Questo aspetto lo rende di gran lunga sopra la dilagante mediocrità che aleggia nel genere e fissa con questo Humanoid un ennesimo sigillo di chi “comanda” nel Suo genere a tutti gli effetti.
Il disco si apre con uno dei pezzi più interessanti dell’album: Diving Into Sin, brano con un intro arabeggiante che sfocia in una riffing serrato e cavalcante, ottima la prova di Tornillo che incastra perfettamente le metriche del cantato con il riffing work di Wolf. Segue dopo un paio di brani la bella Frankenstein, brano perfettamente in linea con il metal-Accept style, interessante il pre-chorus che con ritmo cadenzato introduce all’epico ritornello. Un brano semplice, ma scritto talmente bene da essere uno dei migliori di Hoffmann e soci da anni a questa parte. Sarà un tripudio in sede live, ha tutte le caratteristiche per un brano di grande energia dal vivo. Nobody Gets Out Alive prosegue con eleganza il ritmo metal-melodico (tipicamente tedesco) della band e dell’album…belli i cori e il riffing work dell’onnipresente Wolf. Alla traccia 7 del lettore incontriamo Ravages Of Time, power ballad con un gusto nostalgico e pieno di pathos…una prova assolutamente degna di nota di Tornillo rende questo brano uno dei migliori del disco. L’abilità di Hoffmann di incastrare progressioni melodiche anche più elaborate è un marchio di fabbrica che hanno poche rivali nel panorama metal attuale.
Chiude il disco la bellissima Southside Of Hell, il miglior brano, a mio parere, di Humanoid; riff serrati, batteria che incede come una macchina schiacciasassi, rifiniture con le terze chitarre che ricamano melodie al di sotto dei pre-chorus, lienee vocali melodiche azzeccattissime per un brano in pieno stile Accept di altissimo livello. Assoli sempre stupendi, mai sfoggio di pura abilità tecnica, ma al servizio del brano, come completamento.
Il disco è davvero un ottimo prodotto, i suoni sono perfetti per la band e il genere, con un occhio di riguardo alle chitarre che hanno un sound asciutto e graffiante, senza iper produzioni, ma dirette e “vere”, esattamente nello stile della band. Una genuità che dovrebbe essere di esempio per le nuove leve che spesso confondono la forza di un buon riff in favore di una produzione, spesso plasticosa e fintamente aggressiva a potente, portando band iperprodotte su disco a figure misere dal vivo.
Tornando agli Accept: Il nuovo Humanoid è un prodotto davvero ottimo, promosso a pieni voti.
Voto: 8/10
John Sanchez