Dopo un lungo silenzio discografico, ecco arrivare a sorpresa sul mercato il nuovo album dei Within Temptation, dal titolo “Bleed Out”.
La genesi di questo disco non segue i normali canoni della composizione, visto che si tratta di una sorta di raccolta di 7 singoli già editi e pubblicati nel corso di questi ultimi anni, a cui si aggiungono nuovi brani inediti tra i quali ” We Go To War”, “Worth Dying For”, “Cyanide Love” e “Unbroken” che hanno dato vita a questo “Bleed out” proprio quando nessuno ormai se lo aspettava più.
Ricordo l’annuncio ufficiale di questa release, era lo scorso 18 Agosto ed ero in visita alla “Royal Albert Hall” di Londra quando ho ricevuto questa notizia nella casella di posta elettronica del mio smartphone e mi sono detto “Finalmente ! Era l’ora !”.
Delle tracce già edite manca all’appello “The Fire within”, scelta alquanto curiosa quella di tagliarla fuori dalla tracklist , visto che il brano non era affatto male (meglio di altri inseriti nel disco, come “Entertain you” per citare un esempio).
Ad essere onesto non ho amato particolarmente gli ultimi due album in studio “Resist” e “Hydra” (poco ispirati e che ci mostravano una band in decadenza dal punto di vista della freschezza del songwriting) ed ero scettico su quello che sarebbe stato il loro follow-up.
Questo “Bleed out” si può riassumere come una sorta di raccolta di potenziali “hit-songs” dove è la melodia a farla da padrona, visto il grande impatto dei refrain, seguendo la falsariga di album stupendi come “The Silent Force” o “The Unforgiving”.
La guerra in Ucraina ha ispirato la band nelle composizioni di “We Go To War” e “Wireless”, con il sound e le atmosfere apocalittiche della prima traccia che calzano a pennello con il tema trattato, ovvero la guerra in Ucraina.
“Bleed out” affronta invece la situazione delle donne che lottano per i loro diritti in Iran dopo l’omicidio di Mahsa Amini, insomma il disco tratta argomenti importanti e “ingombranti” politicamente, la stessa Sharon ha trascorso gli anni della sua infanzia nello Yemen e si sente molto legata a quei territori.
Troviamo poi il brano quasi powermetal “Worth Dying For”, ottimo up-tempo che come pathos mi ricorda “Demon’s fate” (uno dei brani più belli dei WT) tratta da “The Unforgiving”.
“Cyanide Love” si rivela traccia oscura e al tempo stesso moderna, a tratti “ipnotica” con tanto di vocals filtrate, con una base ritmica mostruosa e un basso (che suona molto “doom” metal) a tratti dirompente.
“Bleed out” è un grandissimo disco che si candida come uno dei top di questo 2023 ma con un unico neo che ha il difetto di rovinare l’ascolto del disco, nel senso che oltre la metà delle tracce che compongono il disco era già edita.
Per chi nel corso di questi ultimi anni ha ascoltato le tracce già pubblicate (Youtube o come singoli), mettendo nel lettore cd questo “Bleed out” si ottiene il risultato di ascoltare un “mezzo” disco inedito…la politica è stata questa…io avrei fatto uscire il disco solo anticipando la pubblicazione di 1, massimo 2 tracce; cosi si rovina il gusto di assaporare un nuovo disco ascoltandolo nella sua interezza.
In genere non ascolto mai i singoli che vengono pubblicati nei mesi che precedono la pubblicazione di un album, per non rovinarmi appunto l’ascolto del disco intero, al massimo ascolto 30 secondi saltando quà e là in vari passaggi del brano per rendermi conto di dove si andrà a parare.
A parte questo trascurabile “neo”, il disco rimarca il fatto che la band olandese è più viva che mai e che probabilmente avrà ancora molto da dire nel prossimo futuro.
I WT sono tornati e l’hanno fatto alla grande !!
Voto: 8,5/10
Stefano Gazzola