I ToxiK sono parte di quella che fu la combo del thrash tra east coast e west coast di fine anni ottanta, dello scorso secolo, e che purtroppo rispetto ad altri hanno vissuto con tanti riconoscimenti e con poca, pochissima gloria. Infatti la band dopo il 1989 “chiude baracca e burattini ” tanto che fino al 2017 non si vedono più, poi la band, appunto, di riforma e propone un album nel 2017, o meglio un EP, quindi un box set nel 2018, quindi un album, ed ora arriva a noi con questo “Dis Morta” nuovo album uscito per Massacre records la scorsa estate.
“Cosa propone la band a livello stilistico con questo lavoro?” Mi chiederete voi, la risposta è un album a cavallo tra lo speed ed il thrash metal di fine anni ottanta e primi anni novanta.
Cavalcate velocissime, batterie tirate, ed un pelino secche, a cui si accoppiano delle chitarre particolarmente affilate e con dei fraseggi veloci, complicati, talvolta manieristici ed un filino troppo prolissi. Voce particolarmente acuta e rabbiosa.
Post produzione interessante, forse avrei gestito in modo differente le equalizzazioni e forse avrei tolto qualche assolo ed avrei fatto una scelta diametralmente differente per quello che riguarda gli arrangiamenti.
Personalmente un assolo, massimo due in una canzone li tollero, avere metà della canzone che è intrisa, inzuppata e forzatamente riempita di soli chitarritici appesantisce l’ascolto.
Pur ammettendo la tecnica ineccepibile di chitarra, di batteria e di basso, seppur poco percepibile, e di voce; faccio fatica a poter riascoltare più volte questo album. Troppi assoli tutti insieme in una sola canzone è materiale che neppure un album solista di un virtuoso della chitarra potrebbe reggere.
Struttura media di nu brano in quest’album: Assolo di chitarra nell’intro, assolo tra un verso e l’altro, assolo a fine ritornello, assolo nello special, assolo alla fine della canzone. Mancava solo piazzare assoli durante il ritornello…
Siamo veramente oltre il tollerabile, quando non è princriamente un assolo ci troviamo a dei feel e degli arpeggi che fanno sentire che: “oh… ci sono con la chitarra!” eccessivo. Si perde il senso complessivo delle canzoni, ed è un peccato.
Troviamo persino delle dinamiche quasi prog, con delle presenze, stranamente, di un arpeggio di basso a dimostrazione che anche il basso può fare “assoli”. “Hyper reality”, “Power”, “Judas”, “Feeding frenzy” e “the radical” vi danno il senso delle mie parole.
Nel complesso “Dis Morta” non è brutto, non è fatto male, non è neppure inascoltabile… E’ che ha un’impronta parecchio old school con una fissazione per i soli di chitarra. Probabilmente è più apprezzato da chi è old school fino al midollo. Per me è troppo “vecchio stile”.
Voto: 6.5/10
Alessandro Schümperlin