Partendo dagli album precedenti, i tedeschi Terra Atlantica continuano nella loro saga fatta di storia, di pirati, di power metal con tratti anche molto particolari, per un disco, “Beyond the borders” certamente interessante e divertente. La musica della band ,Tristan Harders, voce, chitarra, David Wieczorek, chitarra, Julian Prüfer al basso e Nico Hauschildt alla batteria è varia e denota una grande capacità esecutiva ma anche compositiva, visto che i brani sono piuttosto vari.
Infatti emergono molti elementi musicali tratti da generi apparentemente lontani dal puro power metal, come il folk e la musica tradizionale piratesca, secondo quanto ci è stato tramandato da film e rappresentazioni varie.
Se “Overture” rappresenta una specie di sommario musicale dell’opera pubblicata da una label, la Pride & Joy Music, che sta proponendo progetti dalla forte connotazione melodica molto interessante, “The Scarlet Banners” è un epic-power molto arioso, pomp nella sua accentuata spinta tastieristica. Ci sono appunto cori pirateschi e un intermezzo alla Nightwish, molto operistico. Una accezione orchestrale che è propria di “Far from alive” , una ballata piuttosto melodica, e la title-track che invece viaggia su un power trascinante, di indubbia qualità.
Dicevamo prima del folk ed ecco che arriva il brano che ne presenta i primi echi, con “The Sun of Pontevedra” che vede una grande orchestrazione e un coro di facile assimilazione che non lascia certamente indifferenti, per una cavalcata power molto dinamica.
Un inno piratesco è la strumentale “Guns and drums” che si avvale di flauto e regala allegria a chi ascolta, seguita da un’altra canzone melodica, “Just one look”, dove una non ben identificata voce femminile ( dovrebbe essere Joan Pabon dei Tragedian) duetta con Tristan Harders alla Elton Jhon e Kiki Dee, per chi ha l’età per capire di cosa sto parlando, sulle note di un sognante pianoforte.
Si aumentano i giri con “Hellfire”, uno dei brani più tirati e più belli, con uno sfavillante riff power, una linea vocale di grande effetto, il giusto tocco di melodia e una orchestrazione azzeccata, compreso un assolo molto efficace.
Il disco si conclude con “Pirate Bay” che già dal titolo dimostra chiaramente dove vuole arrivare e lo fa con un grande coro marinaresco, in una song puramente folk-metal con tanto di fiati e una chitarra che ogni tanto si affaccia.
Terra Atlantica per un disimpegno “storico” di ottimo livello.
Voto: 7,5/10
Massimiliano Paluzzi