Ci sono certi concerti che nell’immaginario comune dovrebbero svolgersi nella classica maniera che uno si aspetta. Poi ci sono live come quello di stasera all’Alcatraz di Milano che vede come protagonisti Stratovarius, Sonata Arctica e Induction che smentiscono immediatamente i preconcetti maturati. Questa sera la data è andata sold out e, avendo parlato con un buon numero di fan accorsi, nessuno si aspettava un’affluenza del genere. Saranno state le ultime date nel nostro paese della band di Timo Kotipelto (quella per festeggiare i 30 anni di “Visions”, con palco piccolo e non troppa gente) o la mancanza di un nuovo lavoro dei Sonata Arctica (escludendo il nuovo singolo appena uscito) ma tutto sembrava remare contro. Invece siamo rimasti tutti letteralmente stupiti e questo ha contribuito a creare un’atmosfera splendida, da vero e proprio grande evento.
Ad accompagnare le due storiche band finlandesi sono i tedeschi Induction. La band trae notorietà per avere il figlio di Kai Hansen (Tim) tra le proprie fila, ma sarebbe riduttivo attribuire il loro successo solo a questo. I ragazzi ci sanno veramente fare. Il loro power metal sinfonico è molto ben strutturato e le canzoni, pur non essendo il non plus ultra dell’originalità, riescono a lasciare il segno grazie ad un gran senso per la melodia. In questo tour il cantante ufficiale (Craig Cairns) è sostituito dal nostro Antonio Calanna degli All For Metal. E sarà proprio lui il mattatore del loro set. Ottima presenza scenica e una voce potentissima ci guidano tra le composizioni degli Induction. “Born From Fire”, la poderosa “Fallen Angel” e l’esecuzione magistrale di “Scorched” convincono immediatamente il pubblico che rimane impressionato dalla forza della band. Antonio poi riesce a coinvolgere i presenti strappando urli forsennati su “Go To Hell” e dedica la finale “Queen Of Light” a sua figlia poi portata sul palco a fine show. 5 pezzi che rappresentano il miglior biglietto da visita per gli Induction, bravissimi.
Set List: 1. Born From Fire 2. Fallen Angel 3. Scorched 4. Go To Hell 5. Queen Of Light
Molti erano lì solo per loro. L’inizio ci lascia un po’ perplessi. “Closer To An Animal” non è proprio l’ideale per iniziare un live, avendo molte frecce al loro arco ci stupisce questa scelta. Migliora la situazione con la storica “Black Sheep” ma non convince appieno in quanto viene eseguita più lenta che su disco. Tony Kakko è indubbiamente un gran singer e quello che si nota è la sua impostazione vocale, molto più controllata rispetto agli esordi. Il nuovo singolo (“First In Line”) rimette i Sonata sul binario giusto ma “Broken” rallenta di nuovo i ritmi. Tony certamente migliora con lo scorrere delle canzoni ed è ancora emozionante su “I Have A Right”. Il pubblico rimane molto partecipe e non smette mai di incitare la band. Cambia poi tutto da “Replica” in poi. Finalmente con “8th Commandment” si sente bene la classica doppia cassa. “Tallulah” rimane sempre una canzone magica da vedere e ascoltare dal vivo coi presenti a cantare ogni singola strofa così come per la successiva “Full Moon” (cavallo di battaglia dal primo album Ecliptica). Poi l’apoteosi finale con i bis dove spicca la versione di “Don’t Say A Word”/”Vodka”. La prova dei Sonata è stata di gran spessore e forse l’insoddisfazione per la prima parte è stata dettata dai nostri gusti personali. In ogni caso Kakko e compagni escono Alcatraz a testa alta e tra una marea di applausi.
Set List: 1. Closer To An Animal 2. Black Sheep 3. First In Line 4. Broken 5. I Have A Right 6. Paid In Full 7. Replica 8. 8th Commandment 9. Tallulah 10. Full Moon Bis 11. The Cage 12. Don’t Say A Word
Non mancano che i co-headliner della serata. Gli Stratovarius entrano di gran carriera sfoderando subito 4 pezzi killer. “Survive” (apripista dell’ultimo omonimo album), “Eagleheart”, “Speed Of Light” e “Paradise” mettono tutti alle corde tanto è l’impeto con il quale vengono proposti. I ragazzi sono in super forma. Soprattutto Kotipelto che oltre a cantare in maniera divina dimostra subito le sue capacità di frontman soggiogando il pubblico in un batter d’occhio. La scaletta è ben bilanciata tra pezzi del nuovo album (spiccano “World On Fire” e la magniloquente “Frozen in Time”) e pezzi storici dall’era Tolkki e Kupiainen. Si rallenta con “Winter Skies” con Jens che si prende giustamente il suo spazio sotto i riflettori e ci si esalta su “Stratosphere/Holy Light (giusto per fare rifiatare il buon Timo). La band è un martello e viene continuamente omaggiata dai cori e dagli applausi della venue. “Black Diamond” chiude prima dei bis ed è solo un attimo che ci si ritrova a cantare tutti insieme “Forever” (suonata apposta per questa data). “Unbreakable” e “Hunting High And Low” (con il refrain fatto cantare al pubblico a più riprese) mettono la parola fine ad un concerto grandioso. Gli Stratovarius sono più in forma che mai e ci hanno riportato alla mente i ricordi di tanti anni fa quando ai tempi di “Visions” e “Destiny” dettavano legge sui palchi di mezzo mondo. Lunga vita a Kotipelto e soci.
Set List: 1. Survive 2. Eagleheart 3. Speed Of Light 4. Paradise 5. Broken 6. Winter Skies 7. World On Fire 8. Stratoshere/Holy Light 9. Father Time 10. Frozen In Time 11. Black Diamond Bis 12. Forever 13. Unbreakable 14. Hunting High And Low
Si conclude quindi nel migliore dei modi questa spettacolare kermesse che ha visto esibirsi sul palco A dell”Alcatraz (ricordiamo sold out) tre band di immenso valore. Complimenti alla Vertigo Hard Sounds per il lavoro svolto (e per averci ospitato), immagino che il successo della serata li renda particolarmente orgogliosi. Dal canto nostro e di tutti i fan accorsi non possiamo che ritenerci completamente soddisfatti.