Hanno appena pubblicato “Kerosene”, il loro singolo di debutto, un brano che fa fuoco e fiamme e in una manciata di minuti mette subito le cose in chiaro: gli Speedgöat sono arrivati e portano con se un carico di Speedmetal che non lascerà delusi gli amanti del genere.
Li abbiamo intervistati in esclusiva per Giornale Metal!
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Come è nata l’idea di formare gli Speedgöat e in quale fase del processo creativo avete individuato le coordinate per la ricetta speedmetal che avete scelto?
Helgast – Tutto è nato da Nicco, ci ha proposto dei brani che aveva scritto e ascoltandoli personalmente ho capito subito che era roba per me. Dopo la fine dell’esperienza con i Mortuary Drape nel 2007 mi sono allontanato per anni dal metal suonato (ho continuato ad ascoltarlo comunque), ma negli ultimi tempi sentivo come un richiamo per tornare a far rullare le casse: questa mi si è presentata come l’occasione perfetta per tornare a fare uno dei generi che prediligo.
Feddo – Nicco con questa idea ci ha dato l’occasione per ritornare alle origini. Ho imparato a suonare la chitarra da adolescente, imparando i brani degli Iron Maiden. Pian piano lo studio dello strumento mi ha portato ad esplorare gli altri generi, finendo per lavorare anche come insegnante di chitarra . Anche quando studiavo i generi più distanti,come ad esempio il jazz, comunque il metal non mi ha mai abbandonato. “Kerosene” è il vostro singolo di debutto, un biglietto da visita d’impatto, che sicuramente è in grado di catturare i fan del metallo più potente.
Ma come descrivereste il vostro stile musicale a chi non ha nessuna conoscenza del metal? Come descrivereste un live della vostra band per convincere qualcuno che vorrebbe venire a sentirvi ma è diffidente al pensiero di trovarsi davanti ad una band speedmetal?
Helgast – Il nostro primissimo live è stato in una piazza a Brescia, su un palco organizzato per Emergency. In quell’occasione eravamo l’unico set metal in mezzo a cantautori folk, set punk rock, set blues, rockabilly… Insomma la nostra paura era che avremmo fatto andare via la folla radunatasi sotto al palco per l’occasione; beh non è stato così, anzi si è fatta ancora più gente sotto al palco e anche chi era seduto ai tavolini dei bar più lontano batteva i piedi sui nostri brani. La verità a mio avviso è che il metal piace anche a chi non lo ascolta abitualmente se proposto bene e in un giusto contesto. La nostra proposta non è poi così estrema, abbiamo melodie semplici e immediate e il nostro speedmetal è parecchio contaminato dall’hard rock. Come descriverei un nostro live? “Mezz’ora di buona musica ben suonata.”
Feddo – Quello che mi piace è che la cosa più importante per questa band è fare belle canzoni, fatte per divertire noi e chi ci ascolta. Dimenticare i problemi e la merda quotidiana per mezz’ora, per fare un po di casino tutti insieme. Alla fine si può dire che facciamo rock’n’roll estremo.
È evidente l’influenza di diverse band nel vostro sound, come Motörhead, Chrome Division, Judas Priest, Venom e Toxic Holocaust. Quali altri artisti o generi musicali hanno influenzato la vostra musica? Ci sono riferimenti musicali che vanno al di là del metal che però potreste annoverare tra coloro che hanno avuto un impatto nella vostra produzione?
Helgast – Personalmente io ho sempre ascoltato di tutto. Batteristicamente chi mi ha influenzato maggiormente sono stati Gene Hoglan, Tom Hunting, Ringo Starr e Chad Smith.
Feddo – Sono anche io un ascoltatore onnivoro di musica. I chitarristi che più mi hanno influenzato nella vita sono Adrian Smith, Dimebag Darrell, Johnny Hiland, Stevie Ray Vaughan e Eddie Van Halen.
Come descrivereste i vostri testi e qual è il tema principale che affrontate nelle vostre canzoni?
Nicco – il concept vero del disco è che secondo me la giustizia non esiste, e ho immaginato uno spirito vendicatore sotto forma di capra che riporta la giustizia anche dopo la morte.
Una domanda per tutti i “gear nerd” che ci seguono. Quale è la strumentazione a disposizione degli Speedgöat per ricreare dal vivo la carica del vostro sound? E in particolare, quali armi non possono mancare nella vostra pedaliera?
Feddo – Ho un Laney Vh100r con una cassa ENGL con gli inossidabili coni Celestion V30. Mi ha sempre stupito la versatilità e l’ottimo rapporto qualità prezzo di quella testata. Nella mia pedaliera oltre all’accordatore ho il caro vecchio Cs3 Boss , mentre come distorsore sto usando con enormi soddisfazioni il Dark Blood di KHDK , che oltre alle enormi possibilità di suono e di gain include un utilissimo noise gate. A completare il rig un altro noisegate, Silencer di Electro Harmonix e il Quintessence di Tc Electronics, che mi permette di riprodurre live le parti armonizzate che ho sovrainciso dal vivo.
Avete una performance dal vivo programmata il 20 Maggio presso il Monamì di Montichiari. Cosa possiamo aspettarci da uno spettacolo degli Speedgöat? E avete progetti futuri in vista, come un album completo o un tour più ampio?
Helgast – Sicuramente ci troverete carichissimi, divideremo il palco con i senatori del death metal bresciano Cadaveric Crematorium e con quei folli dei Sarneghera? (sì, hanno un punto interrogativo nel nome), due band che hanno esperienza e qualità da buttare, quindi ci teniamo a fare bella figura.
Per il futuro sicuramente qualche altro singolo, magari ancora con video, e poi l’album. Stiamo cercando un’etichetta interessata e non abbiamo fretta. Posso già dirti però che il 17 agosto apriremo sul palco principale della Festa di Radio Onda d’Urto: dopo di noi ci saranno Elecrocution, Sadist e Sepultura. Inutile dire che non vediamo l’ora.