Il combo folk-punk-rock irlandesi/svedesi Sir Reg sono tornati con una nuova uscita, il loro sesto album. Pubblicato il 1° aprile 2022 su Despotz Records, intitolato “The kings of sweet feck all”.
Questa band mi ricorda parecchio i Neck, i Dropkick Murphys e i the Pogues sia per attitudine, per proposto musicale e per capacità.
Quindi un folk irish con la velocità e l’attitudine scanzonata del punk.
Musicalmente non fanno nulla di diverso da quello che ci si aspetterebbe: canzoni veloci, tempi con il levare che aiuta il salto e un certo tipo di danza. Violini, tin whistle e strumenti classici che danno la direzione e quindi il resto a seguire(correndo non poco per altro). Una voce interessante, ma non eccessivamente curata; quel ruvido e quel leggero roco che in componimenti come questo risulta necessario e alla fine pure grazioso.
Sia chiaro che come ogni album di folk irlandese abbiamo anche i momenti “calmi” ed abbiamo pure il “lentone” classico a metà album da fare da sparti acque con la prima e la seconda parte dell’album.
La particolarità di album come questo “The kings of sweet feck all” non è solo che sai cosa aspettarti, non è certamente il fatto che non vi sono novità particolari, ma la capacità di rimanere fedeli a se stessi, al genere e riuscire a risultare comunque freschi e ascoltabili più e più volte.
Non ultimo il fatto che riuscire a registrare quest’intreccio di suoni e di registri sonori non è cosa immediata e senza controindicazioni. undici brani ad alto contenuto di ottani danzerecci.
Come ci si aspetterebbe non abbiamo materiale “leggero” in tutti i sensi, dato che troviamo dichiarazioni e denunce alla società ed alla politica. Come ogni irish folk band siamo di fronte si alle ballate, ai tempi in levare ed in tre quarti ma pure di fronte alla giusta voglia di dichiarare il marcio ed in male che c’è nella società.
Personalmente ho amato “The king of sweet feck all”, “Open the pubs”, “Thank you for your lies”, “Kick out the scum” e “The story’s been told”. Ma pure le altre hanno una sua dinamica e devo dire che ho segnato per altro tutti e due i brani lenti tra i miei “top”.
A conclusione siamo di fronte ad un lavoro fatto bene, ben composto, ben arrangiato e registrato in modo ottimo. Ho tra le mani il presskit in digitale, ma leggo in giro che molti hanno apprezzato poco la versione in vinile per scelte grafiche e di palette di colori non ottimali per la lettura dei testi. Segnalo però che il vinile è in rosso.
Volete un lavoro di folk, rock e punk fatto bene? i Sir reg fanno per voi.
Voto: 8/10
Alessandro Schümperlin