Lo scorso 21 Ottobre la label Scarlet Record ha pubblicato il secondo album di una band chiamata Sede Vacante. Conium è titolo. All’insegna di un come back dalla cui track list traspare un ottimo mix di cupo dark, gothic e qualche spazio in più all’elettronica anziché la solita idea di sinfonico, a braccetto con i classici suoni sfarzosi , Ecco perché questa band greco/finlandese per via delle origini di alcuni dei suoi componenti offre una prova matura. E che, per la sua espressione artistica, strizza l’occhio agli ascoltatori di gruppi quali Lacuna Coil, Within Temptation ma anche i più recenti Volturian, Temperance e Nocturna, tutti pubblicati da Scarlet Records, proprio come la formazione che stò recensendo Con disamine su sentimenti quali malinconia, disincanto e risentimento, le tracce colpiscono non solo per questi sguardi psicologici dei testi ma soprattutto per le fondamenta granitiche date dalla batteria di Jannis K e il basso di Nick Gkogkomitros, come in “Mistaken”, visto che i suoni proposti potrebbero essere benissimo presenti in un album dei Cradle Of Filth. I punti cardine dei Sede Vacante sono però essenzialmente due: il primo è Michael Tiko, fondatore e colui che plasma l’atmosfera con un uso intensivo del sintetizzatore e con arpeggi e riff incalzanti. Queste parti strumentali preparano ogni canzone alle strofe, cantate dalla potente voce di Stephanie Mazor, pulita e piena di pathos in pezzi quali “Melancholy Bled”, “Walk In A Lie” e nella conclusiva “Tattoo”,,Ecco percè a mio avviso la sua ugula vocale è il secondo punto di forza a cui accennavo prima. Continuando a scorrere nelle canzoni, troviamo come “Dead New World” ci faccia sentire un’atmosfera già provata con i Dark Tranquillity di “Projector” o “Haven”, poi in un attimo ritorniamo a passaggi più power con “Wheel Of Misfortune”. Con tutti questi cambi di substrati, ci si ritrova con molti buoni spunti, nonché perché no? anche omaggi, come la cover di “Paint In Black” dei The Rolling Stone, decisamente cupa e gotica senza però stonare con cori quasi gregoriani. “Conium” porta con sé una serie di canzoni dirette, senza troppi arrangiamenti barocchi, anzi con i suoni taglienti, elettronici e ruvidi proposti in poco meno di un’ora; gli ingredienti necessari per scoprire un’altra interessante realtà.Diamogli fiducia se la sono meritata!.
Voto: 8/10
Bob Preda