Un’intervista ai Rossometile all’indomani dell’uscita del quinto album “Desdemona” vuol dire sicuramente dar spazio alla globalità di “primizie” musicali provenienti dal miglior underground della nostra penisola. A voi il risultato della piacevole chiacchierata.
Buonasera ai Rossometile. Benvenuti nelle pagine telematiche di GiornaleMetal.it.
La band: Ciao a te Alessio e un saluto a tutti i lettori di Giornale Metal
Dunque, il vostro nuovo album “Desdemona” possiede una variegatezza di stilemi davvero “ammaliante”. Questo nonostante vi siate attestati nello stile Symphonic Metal. Qual é stata la principale ispirazione che vi ha portato all’elaborazione di una opera così complessa, variegata e di livello compositivo così elevato?
Hela: Innanzitutto grazie per le tue parole!!! L’idea di base era quella di ottenere un disco inquadrabile nel genere symphonic/gothic metal; lavorandoci sopra, sono usciti fuori numerosi spunti che hanno fatto sì che il risultato finale fosse variegato e “multicolore”, seppur conservando alla radice un carattere facilmente riconoscibile nel ventaglio del metal. Anche la lingua italiana – impronta caratteristica dei Rossometile da sempre – ha fatto sì che il risultato finale fosse in qualche modo un po’ “pop” e quindi fruibile anche da un’ampia fascia di ascoltatori, partendo da quelli assidui del genere per arrivare a quelli meno abituati a tali sonorità. L’ispirazione nasce sempre da tematiche insite in noi che in questo disco sono riferite principalmente al distacco, alla separazione, alla fine delle relazioni e della stessa dimensione terrena e al momento del passaggio. L’atmosfera pertanto è molto poetica, spirituale, ed è calata nell’immaginario a cui ci riferiamo che in genere è un ambiente nordico a metà tra la fantasia e la realtà.
Ho riscontrato una fortissima componente barocco/classica nella vostra musica. Dico bene? Avete trascorsi di conservatorio per caso? Quali sono le vostre principali influenze musicali, Metal e non?
Pat: Sì, siamo contenti che la cosa si noti! In realtà Hela è l’unica tra noi che abbia fatto studi classici, tuttavia le influenze classiche di cui parlavi derivano dai nostri ascolti. Noi quattro abbiamo ascolti musicali abbastanza diversi, però abbiamo in comune l’interesse per il metal contaminato da elementi classici e per l’uso dell’orchestra in generale, oltre che per la musica classica vera e propria.
E’ storia recente l’annessione della nuova cantante Ilaria Hela Bernardini. Che ha un background classico/lirico di grandissimo spessore. In che modo vi siete imbattuti in lei? Partecipa anche nella composizione?
Ros: Eravamo alla ricerca di una nuova cantante e stavamo svolgendo dei provini sulla nostra zona (Salerno). Fino a quel momento non erano emerse cantanti che ci soddisfacessero e quindi prendemmo in considerazione l’ipotesi di cercare anche fuori dalla Campania e ci imbattemmo in un annuncio proveniente dalla provincia di Roma (Civitavecchia). Dopo un provino effettuato a distanza, su del materiale nostro, capimmo immediatamente che la vocalità di Ilaria era perfetta per i Rossometile. Ilaria ha una vocalità molto ricca che spazia del lirico al pop, ed esplora anche tecniche come il Kulning, una forma di canto antichissima utilizzata nei paesi scandinavi per richiamare il bestiame. Ilaria ha caratterizzato il cantato di quest’album lavorando intensamente a tutti gli arrangiamenti vocali dei brani ed ha inoltre partecipato alla scrittura dei testi.
I testi sono molto introspettivi, paiono avvicinarsi agli stati d’animo più oscuri del sentire umano. Oltretutto vi sono parallelismi con personaggi storici o leggendari come Rosaspina e Desdemona. Volete parlarcene più compiutamente?
Hela: “Desdemona” è un nome di donna che significa nata sotto una cattiva stella ma nel nostro brano è anche la Desdemona dell’Otello di Shakespeare, una donna il cui destino è già scritto, che finirà per essere uccisa senza avere alcuna colpa. Il brano quindi in modo velato si riferisce anche a tutte le donne vittime di violenza. In “Storie d’amore e peste” lo spunto parte da una storia di contagio da peste narrata nel romanzo medievale “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse. Infatti l’atmosfera è rinascimentale e tra gli strumenti abbiamo utilizzato la ghironda, il liuto e i flauti. “Rosaspina” poi non prende specificamente spunto dalla fiaba dei fratelli Grimm, ma più genericamente parla dell’amore che può anche far male come una rosa può pungere.
Quando sarà terminata questa maledetta emergenza, in che modo promuoverete il vostro album in sede live?
Rino: Prima di tutto speriamo che quanto prima passi questa situazione che non ci permette neanche di incontrarci in sala prove, ma una volta tornata la normalità pensiamo di intraprendere un lungo tour in varie regioni d’Italia e qualche puntatina all’estero. Il nostro obiettivo è quello di poter suonare tanto, ne abbiamo una voglia enorme, e far conoscere ancor di più la musica e la storia dei Rossometile.
OK l’intervista è terminata. Salutate/ringraziate chi volete.
La band: Grazie a te Alessio che ci hai offerto questo spazio per parlare di noi, e grazie a tutti i lettori di Giornale Metal!!! È importante sostenere le webzine e le testate giornalistiche in modo da avere sempre più informazione e garantire anche la pluralità dell’offerta informativa. In bocca al lupo alla redazione e un saluto a tutti i lettori di Giornale Metal.
Intervista raccolta da Alessio Secondini Morelli