Dopo una intro che non aggiunge nulla a quanto già sentito, parte l’assalto sonoro di questo gruppo che non fa parte dell’élite mondiale del metal, ma che dimostra in questo live registrato in Spagna grande qualità e potenza. Il gruppo tedesco sceglie il motto della rivoluzione francese per portare il proprio manifesto : “Libertè, Egalitè, Fraternitè” che è il titolo, cui si aggiunge il nome della band, Rebellion, nel ritornello che è un coro che scatena il pubblico che lo scandisce a squarciagola, sorretto da una continua e torrenziale doppia cassa.
La band si muove su un power-epic che risente di molte influenze, una specie di fusione fra Accept e Amon Amarth, Sabaton o qualcosa di simile, come testimonia “Sweet Dreams”, una strana invocazione a dei bambini a fare bei sogni, con una batteria tellurica, caratteristica che accomuna tutti i brani, e una chitarra incisiva, in un brano che presenta anche momenti di calma apparente. Le stranezze non finiscono e l’ultraepica “Sweden” vede il cantante e il coro indicare come propria casa la Svezia, ma il gruppo è interamente composto da tedeschi, mah. Il brano è comunque in grande tiro, per una band che dal vivo è trascinante e sicuramente aggiunge molto alla qualità dei brani che in tanti anni di attività questo gruppo ha pubblicato.
“X-Live in Iberia”, come è facilmente intuibile, è il decimo long playing dei “Rebellion” ed è stato registrato nel maggio 2022 in Spagna, al noto Paberse Club di Valencia e raccoglie il meglio di una carriera piuttosto lunga per i Rebellion : Michael Seifert – vocals, Martin Giemza e Fabrizio Costantino – guitars, Tomi Göttlich – bass e Sven Tost – drums.
I brani scorrono con ottimi riff (“God of Thunder”) e grandi cori ( in “Vaterland” e “Odin”), tutto guidato dalla voce cavernicola di Seifert e da cori mai banali, per una presenza scenica certamente validissima. Appassionati di storia come i Sabaton, ma interessati anche da quello che li circonda, i Rebellion arringano la folla contro l’aggressione della Russia all’Ucraina, reinserendo in scaletta il brano “Kiev” in onore del popolo ucraino e la scelta è sicuramente apprezzabile anche dal punto di vista musicale.
E’ certamente articolato e potente l’omaggio alla battaglia centrale della prima guerra mondiale “Verdun” dove hanno perso la vita almeno 800mila persone, seguito da “A Fool’s Tale” dove presentazione e sviluppo del brano li avvicinano ai grandi Blind Guardian più riflessivi e epici, a causa di un incedere più marziale rispetto alla velocità media dell’intero live, e con un lungo assolo con voce narrante. In “Arise” si affacciano delle tastiere, in un brano comunque molto adatto al live. “Born a rebel” altro brano serrato con una specie di invocazione da parte del frontman Seifert. Dopo un’altra grande trascinante “Letters of Blood”, arriva un altro hit che rimanda al tempo dei romani : “Ala Germanica” con riff spaccatutto, brano facilmente memorizzabile e quindi cantabile live, come puntualmente avviene a Valencia.
Per finire un tributo a uno dei fondatori dei Rebellion, il chitarrista Uwe Lulis fuoriuscito dai Gravedigger : “The Clans are marching”. Lulis, dopo avere subito un grave incidente, è uscito tanti anni fa dai Rebellion, ma recentemente è tornato in pista con gli Accept. Come si vede, più o meno tutto torna.
Voto: 7,5/10
Massimiliano Paluzzi