di Salvatore Mazzarella
Sono una delle band storiche del metal italiano, hanno appena pubblicato per la sempre attiva ed efficace Nadir uno dei migliori album che ci sia ultimamente capitato di ascoltare, Canto VII, e sono guidati da un capitano fiero e tenace: Gary D’Eramo è una delle più belle persone con cui si possa dialogare. Ne leggerete voi stessi nell’intervista che segue, foriera di saggezza e riflessioni profonde ma dove si parla anche di tanta musica… Quella che ci piace !!!
Ciao Gary!!! E allora… Secondo me possiamo già iniziare a tirare un primo bilancio di Canto VII. Leggo dappertutto riscontri positivi!!! E’ una soddisfazione vero ?
Assolutamente si!!! Erano tanti anni che non ricevevo cosi tanto consenso per un album dei Node, anche se qualcuno ha arricciato il naso, ma come si sa non si può’ piacere a tutti, anzi è un ottimo viatico per migliorare ulteriormente in futuro. Sono invece felice che molte persone abbiano apprezzato questa nostra svolta progressive e l’avere strizzato l’occhio stilisticamente a un ritorno agli esordi, arricchendo con tecnica e scelte più votate ad aperture atmosferiche. Sono i Node che ho sempre voluto e che chi ha suonato con me in precedenza talvolta non prediligeva questa strada musicale cercando più’ l’impatto. Adesso ho entrambe le cose.
In sede di recensione ho detto che questo disco è un miracolo di forza, tenacia, ostinazione e speranza. La sua pubblicazione non era affatto scontata ed è impossibile non far riferimento ai giorni bui della pandemia, dei tuoi problemi, ma anche alla conseguente “rinascita”. I tuoi ricordi…
Canto VII è figlio della determinazione che ho maturato in tutti i mei 30 anni di attività, insieme alla crescita dettata dalle mie esperienze personali. Vivendo la mia esistenza parallelamente con i Node diciamo che ho imparato in entrambe le situazioni a combattere sempre per un motivo o l’altro. Negli ultimi sei anni ho attraversato dei problemi familiari abbastanza seri a causa della malattia di mia madre che mi hanno costretto ad abbandonare la vita sociale per occuparmi di lei e di conseguenza rallentare in maniera significativa la mia attività coi Node, tutto ciò completamente da solo, con il sostegno economico per le sue cure completamente sulle mie spalle senza l’aiuto di nessuno. Idem per il supporto morale, quello l’ho ricevuto fortunatamente dai ragazzi della band che erano il mio unico contatto con il mondo fuori. Ho passato quattro anni completamente tagliato fuori dal mondo, lavorando come un pazzo per pagare tutte le spese sempre, come dicevo, senza l’aiuto di nessuno. In molti mi hanno detto che era ora di abbandonare la musica, non mi sono nemmeno fermato a pensarci, nei ritagli di tempo sono andato avanti a scrivere e a lavorare sui pezzi, anche se in maniera ridotta. Poi le restrizioni del Covid che hanno reso più’ difficili le cose, ma non ho mollato di un millimetro, arrivando alla soglia dell’esaurimento nervoso, ma ce l’ho fatta!!! Una volta che mi sono rimesso in carreggiata, riuscendo a risolvere la mia situazione personale, sono arrivati i problemi con Sid e Giancarlo, che hanno portato via ancora energie e tempo, ma non la determinazione, abbiamo risolto anche quelli e alla fine eccoci qui con quello che secondo me è il più’ bello e completo album dei Node sotto ogni punto di vista e la consapevolezza di esserne venuto fuori umanamente più’ forte di prima.
Mi preme sottolineare il modo sano ed esemplare con cui, in quel periodo e anche dopo, hai utilizzato i social, condividendo in modo diretto ma allo stesso tempo con estrema correttezza, tutto ciò che vedevi in giro durante i pellegrinaggi casa-lavoro ed anche i vari accadimenti personali. Al contrario oggi sembrano essere diventati un ritrovo di individui che cercano disperatamente un modo effimero di apparire e far profitto… Cosa ne pensi?
Il mondo che ci circonda oramai è un compendio di finzione. Essere se stessi comporta mostrare i propri punti deboli e nella società’ in cui viviamo è un handicap che moltissima gente, soprattutto quella senza un briciolo di personalità, preferisce nascondere o camuffare perchè rischia di soccombere nella paura di rimanere da sola e i social sono un ottimo teatro dove quasi tutti recitano una vita incentrata sulla finzione, con la funzione primaria di farsi accettare dalla comunità. Il sacro teatro del nulla. La solitudine e l’emarginazione fanno paura a tutti, ma come ci ha insegnato il grande Fabrizio De Andre’ “si riesce ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo, dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addirittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili, credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri.” Ecco, questa bellissima riflessione del Faber è stata la scintilla motivazionale di tutto il concept e di tutto il mio stile di vita in questi anni difficili e mi ha aperto gli occhi su questa società’ malata.
Sviluppando ulteriormente il tema di cui abbiamo appena parlato, arriviamo dritti al concept di Canto VII, titolo mutuato a pieno senso dalla Divina Commedia, ove si parla di avarizia, prodigalità, iracondia ed accidia… Da acuto e disincantato osservatore della società quale hai dimostrato di essere, come hai maturato ed in seguito sviluppato le idee attorno a questo concept?
Come ti ho appena accennato, la solitudine di quegli anni invece di farmi impazzire mi ha guidato verso una osservazione di ciò’ che mi circondava, stimolando una analisi profonda, partendo proprio dalla moderna tecnologia di “ comunicazione” che ci tiene sotto controllo quotidianamente e ci detta le direzioni da seguire, i comportamenti da adottare, perdendo cosi la spontaneità’ e la genuinità suggerita dal nostro istinto, costringendoci a correre in un mondo che oramai è sempre più’ rapido e veloce, dove il primeggiare e vincere a tutti i costi è la priorità del nostro stile di vita. Da qui lo status symbol del denaro e dell’ostentazione di benessere. Canto VII è il risultato dell’analisi di tutto questo. Il quarto girone infernale è, appunto, quello degli avari e dei prodighi oltre che quello degli iracondi. Ovunque intorno a noi ci sono scontri all’interno di qualsiasi contesto invece che dialogo e confronto. Tutti pretendono la ragione a prescindere tutti vogliono l’ultima parola. Questo è il risultato dell’allontanamento di ognuno di noi da quella forma di socialità sana fatta di sguardi, di toni di voce, di contatto umano. Viviamo in un inferno addolcito da prodigi tecnologici sempre nuovi che ci hanno svuotato dalla nostra essenza primaria di esseri viventi ed intelligenti, la condivisione, l’empatia, la compassione e soprattutto il dialogo, quello sano, quello dal quale si impara e dalla predisposizione ad esso, compreso l’annullamento di quella umiltà di imparare sempre qualcosa di nuovo da chi abbiamo davanti e viceversa , perdendo di fatto l’impareggiabile possibilità di arricchirsi sempre di qualcosa di nuovo.
I brani sono nati dopo aver pensato al concept o avevi delle musiche pronte? Più in generale come avete realizzato l’intero lavoro dalla composizione alla realizzazione vera e propria del disco?
I pezzi erano già’ pronti da tempo, più altri che abbiamo aggiunto poco prima delle registrazioni. Alcuni cantati erano già stati ultimati prima dell’abbandono di Sid, ma ne abbiamo approfittato, dopo l’ingresso di Dave nella band, per riordinare le metriche e in alcuni casi addirittura rivoluzionarle ripartendo da zero. Solitamente sia io che Gabriele forniamo i pezzi già’ finiti con le batterie midi e vari arrangiamenti, poi si sistemano e si arrangiano ulteriormente tutti insieme fino a raggiungere un risultato finale che soddisfi tutti. La procedura iniziale è molto immediata… E’ quando ci si sbizzarrisce a trovare soluzioni alternative e arrangiamenti che si impiega un po’ più’ di tempo, perchè poi creatività’ e divertimento prendono il sopravvento .
Mi piacciono davvero gli intermezzi melodici che avete sparso qui e li… Specie quando mi ricordate i Pink Floyd!!! Ricordo una nostra interlocuzione su Facebook, durante la pandemia, riguardo un video tratto dalla versione DVD/Blue Ray di Delicate Sound Of Thunder che era stata appena pubblicata!!!
Io, Gabriele e Pietro siamo dei grandissimi fan e cultori del quartetto di Cambridge. E’ stato inevitabile inserire degli interventi e buttare in pentola influenze e richiami al loro stile. Io stesso ho utilizzato dei registri di synth e tastiere utilizzati dal compianto Richard Wright quando mi sono messo ad arricchire le parti atmosferiche ( un esempio la parte centrale di Enter The Void fatta con il Mellotron) . I Pink Floyd insieme a Genesis e Deep Purple sono dal mio punto di vista prettamente personale un patrimonio dell’umanità.
La masterizzazione di Niels Nielsen ha prodotto davvero un bell’impatto… Una mazzata potente ma allo stesso tempo cristallina. Quali son stati i criteri che vi hanno portato a questa scelta?
Il merito e’ stato di Andrea Seveso che ha curato il mix dell’album. Andrea collabora direttamente con Niels per quanto riguarda la finalizzazione delle sue produzioni. Niels ha fatto un lavoro grandioso, ma non dimentichiamo che i suoni e l’impatto del sound per una grande percentuale è merito dell’impostazione dei suoni di Andrea, il risultato finale è figlio di una bellissima sinergia tra loro due.
Sei, a tutti gli effetti ed a pieno merito, un veterano della scena. Che differenza c’è nel produrre un disco oggi rispetto ad allora?
Le differenze sono enormi, diciamo che il digitale ha semplificato i lavori di editing, ma allo stesso tempo ha indebolito quella peculiarità dell’arrivare preparatissimi in sede di recording che ti costringeva ad applicarti di più’ sullo strumento per ottenere i risultati migliori, che era prerogativa dell’analogico. Un lato positivo (almeno nel mio caso) è che ora c’è la possibilità di poter registrare le proprie parti a casa ( per quanto riguarda chitarre e bassi), il che ti fa risparmiare soldi e ti dà la possibilità’ di lavorare con meno pressioni e con tranquillità, oltre che farti risparmiare una significativa somma di denaro.
Parliamo dell’etichetta!!! Nadir è ormai una bella realtà tutta italiana e voi avete il loro supporto!!!
E noi ne siamo orgogliosissimi!!! Avere la stima e la fiducia di icone del Metal come Trevor e Tommy dei Sadist ed essere seguiti da loro, insieme a Federico e Paolo, è un grande onore e una iniezione di energia grandissima. Poi li conosco da più’ di un ventennio e il clima è molto molto familiare tra tutti noi.
Parlaci un pò dei tuoi compagni di viaggio !!! Dave Arri mi ha davvero colpito con la sua varietà vocale pur rimanendo sempre su registri estremi. Gabriele Ghezzi è autore di bellissime partiture di chitarra e Pietro Battanta nei video sembra calmissimo, ma se chiudi gli occhi e ascolti è una furia!!!
Ho la fortuna di avere al mio fianco dei musicisti preparatissimi ed appassionati!!! E per una band è linfa vitale. Gabriele è una fucina di idee, metà album lo ha scritto lui insieme a me, ed ha una tecnica e una versatilità che nessun chitarrista prima di lui nei Node ha mai avuto. Gabriele ci ha dato la possibilità di sbarcare su nuovi lidi ed esplorare atmosfere e sonorità che coi Node non avevo mai avuto la possibilità di intraprendere. Dave si è integrato subito grazie a una preparazione di tutto rispetto e con una professionalità che pochi hanno avuto all’interno di questa band in questo trentennio. Credo sia stato l’unico in tutta la nostra storia che durante le recording sessione sia arrivato dopo aver fatto più’ di 200 km di viaggio e abbia registrato buona alla prima 8/10 tracce di voce con una qualità’ senza precedenti. Pietro è una garanzia, in questi 12 anni è cresciuto grazie alla costanza e all’impegno, diventando un batterista di livello che non ha nulla da invidiare a chi lo ha preceduto. Per esempio, io suonato per molti anni con un fenomeno come Marco Di Salvia , però Marco è uno di quei musicisti che hanno già ricevuto dalla natura una dote immensa. Pietro questa dote se l’è costruita con fatica, sudore e tanto impegno e applicazione da solo, anno dopo anno con tanti sacrifici, e per me questo vale mille volte più’ di un dono di natura.
Il Gary D’Eramo bassista è una garanzia. E’ la perfetta regia di un combo che suona una musica molto articolata e complessa!!! Sei un cultore dello strumento? Cerchi delle peculiarità in esso ? Se si quali?
La peculiarità’ maggiore è la stessa da 30 anni, cioè il volermi divertire cercando di migliorarmi sotto tutti gli aspetti, sia umani che musicali e professionali. Questo anche andando a vedere tanti miei colleghi che suonano in giro per poter sempre imparare cose nuove da portare sul mio strumento.
Non l’ho ancora letta tutta, ma la vostra biografia, As Book Kills di Massimo Villa, è davvero avvincente!!! E’ un po’ la storia della scena metal italiana con tutti i suoi pregi e difetti!!! Com’è nata l’idea e come si è sviluppata?
L’idea è nata per caso dopo un post su Facebook da parte di un amico comune che chiese a Massimo a quando una bio sui Node, dopo quelle a Sadist, Necrodeath ed Extrema. Massimo rispose che non c’era problema se eravamo d’accordo e abbiamo iniziato. Ho coinvolto ex membri e amici per una videochat una volta a settimana con l’autore e da Settembre 2023 a Marzo 2024 abbiamo raccolto informazioni, ricordi e materiale fotografico che potete trovare in questo bellissimo libro edito per Arcana Edizioni. Massimo Villa è un professionista di tutto rispetto, oltre ad essere una persona fantastica. E’ stato favoloso lavorare insieme a lui!!!
Quali sono le prossime mosse della band? Sul fronte live quali sono le prospettive?
La prospettiva è rimanere in piedi e lavorare al successore di Canto VII, cosa che stiamo già facendo!!! Per i live suoneremo a Genova, di apertura ai Carcass il 6 luglio, insieme a Infected Rain, Sadist e molti altri. Speriamo arrivino altre date e si possa portare Canto VII un po’ ovunque nei mesi a venire. Il fronte live è sempre la nostra dimensione migliore anche se è molto difficile trovare date, ma ci stiamo lavorando.
Alle tue parole la chiusura Gary!!!
Grazie per questo spazio che mi hai concesso, e grazie a Giornale Metal per il supporto. Mando un grosso saluto a voi e ai vostri lettori , speriamo di vederci presto on stage!!!