I Märvel giungono al loro nono album e celebrano al meglio il ventesimo anniversario della loro carriera. Sebbene il gruppo svedese non sia particolarmente noto dalle nostre parti (e noi per primi non conoscevamo la loro proposta musicale) ci ha colpito molto positivamente. Il trio di Linköping ama definirsi come “The Barons of High Energy Rock ‘n’ Roll” e bisogna dire che la definizione gli calza a pennello. The King (John Steen) alla chitarra e voce, The Burgher (Ulrik Bostedt) al basso, e The Vicar (Tony Samuelsson) alla batteria, ci deliziano con 10 canzoni divertenti, melodiche e dall’alto coefficiente adrenalinico.
“Slasher With A Broken Heart” rompe gli indugi sfoderando un hard molto seventies con non troppo velati riferimenti ai Kiss dell’epoca. La forza dei Märvel è comporre pezzi semplici ma non per questo banali, anzi. La ricerca della melodia rimane prioritaria nella loro proposta sonora. “The Disaster” infatti vira su lidi più melodici avvicinandosi al sound degli Hanoi Rocks ed è impreziosita da un bellissimo solo. “Sound Of Life Slipping Away” ha sempre i Kiss come fonte di ispirazione e in effetti il cantante possiede certe similitudini col timbro di Paul Stanley.
“Great Man” possiede un ritmo più sostenuto con dei bei chitarroni e un refrain ruffianissimo che dal vivo farà la sua bella figura. In effetti la dimensione live sembra perfetta per una band come i Märvel, ritornelli incalzanti e facilmente memorizzabili, magari non il plus ultra dell’originalità ma probabilmente questa non è stata e non sarà mai uno dei loro punti di forza. Rimane comunque l’ispirazione nel creare belle canzoni ed è una qualità che si può indubbiamente attribuire alla band svedese (vedi il lento “Graces Came With Malice”). “One Common Man” riprende il discorso tracciato con “Great Man” (a proposito dei live) con un groove incalzante. “Sorry State Of Affairs” si rifà ai Thin Lizzy di Phil Lynott e “Lizard’s Tongue” affonda le radici nel garage rock fine anni 60 alla maniera dei The Troggs. Mentre in “Hot Nite In Dallas” possiamo trovare similitudini con il sound degli Steppenwolf. Chiude la ritmata e divertente “Queen For A Day”.
Come detto questo cd non passerà certo alla storia per l’originalità in esso contenuta ma la grande bravura dei Märvel sta nel prendere spunto dal loro background musicale riadattandolo alla loro personalità creando un prodotto omogeneo che assume concretamente forma e credibilità, canzone dopo canzone. Non male!
Voto: 7/10
Fabrizio Tasso