Come celebrare il 50° anniversario di una band storica come i Magnum? Ma certo, facendo uscire un nuovo lavoro, e che lavoro! Come detto i Magnum si formano a Birmingham nel lontano 1972 (ma solo nel 1978 rilasciano il loro primo album “Kingdom Of Madness”), dopo tanti anni è un vero piacere constatare che il tempo sembra essersi fermato per loro. L’innata classe e la maestria che li ha sempre distinti non ha perso un’oncia dagli anni 70 ad oggi, anzi, come il buon vino la band di Bob Catley migliora con l’età. Il risultato è un cd come “The Monster Roars” dove i “ragazzi” ci mettono davanti l’ennesimo capolavoro fatto di istinto, passione e amore per la loro musica. Nessun cambiamento rispetto al precedente “The Serpent Rings” con Bob Catley alla voce, Tony Clarkin alla chitarra, Rick Benton alle tastiere, Lee Morris alla batteria e il grande Dennis Ward (Pink Cream 69/Unisonic)al basso.
La Title Track posta in apertura è un concentrato di atmosfere come solo i Magnum sono in grado di fare. Solenne, epica ma anche oscura. Ed è proprio il loro punto di forza il saper introdurre differenti scenari emotivi grazie all’utilizzo di parti orchestrali. Ma a fare la differenza rispetto a tanti gruppi è l’evocativa voce di Bob Catley. In “Remenber” e “The Present Not The Past” è questa a guidarci tra i riff di chitarra di Tony Clarkin, i cambi di tempo e le melodie dipinte dalle tastiere di Rick Benton. Insomma due piccoli capolavori in puro Magnum style. Non mancano poi le ballad, veri e propri fiori all’occhiello della band albionica. “All You Believe”, “Walk The Silent Hours” e la finale “Can’t Buy Yourself Heaven” colpiscono con le grandiose aperture melodiche contrapposte ai taglienti riff di chitarra e le interazioni con le tastiere. La loro splendida capacità di creare refrain immediatamente assimilabili è sicuramente il marchio di fabbrica della band. Quando poi i Magnum decidono di rendere omaggio ad album iconici come “Vigilante” o “Eleventh Hour” si materializzano song come “I Wont’t Let You Down”, “That Freedom Word” e “Come Holy Man” dove armonie di prim’ordine e grande ispirazione sono bilanciate da una produzione al passo coi tempi. La palma dei migliori pezzi va però a “No Steppin’ Stones”, dove l’utilizzo dei fiati dona alla canzone un groove travolgente, a “Your Blood Is Violence”, con il suo hard rock pervaso di pathos di altri tempi, e a “The Day After The Night Before”, forse quella che si avvicina di più ai tempi di “Goodnight L.A.”, ma questo è sicuramente un gusto personale, avendo sempre adorato quell’album i richiami a quelle sonorità non possono che farci piacere.
“The Monster Roars” è certamente da annoverare tra le migliori produzioni dei Magnum. Contenendo tutte le peculiarità del loro sound unite ad una freschezza compositiva di alto livello, si pone di diritto tra le migliori uscite discografiche di questo 2022.
Voto: 9,5/10
Fabrizio Tasso