Divenni fan dei Chastain, band nominale del “guitar-hero” americano David T. Chastain, fin dai primi anni 1990. Proprio il periodo che coincideva con l’abbandono delle scene da parte della sua più blasonata vocalist, da me considerata la Metal Queen per eccellenza. Ricordo di aver pensato che fu davvero un peccato, in quanto almeno nella mia modesta opinione, Leather è sempre stata in possesso di un’espressività vocale pienamente e naturalmente “Metal”, costantemente in grado di incenerire, con una sola nota potente e vibrata, un buon 70-80% dei vocalists “maschietti” in circolazione. La mai dimenticata Leather (almeno da chi segue la scena Heavy Metal fin dagli anni 1980) aveva all’epoca già all’attivo ben 5 albums con i Chastain (di cui adoro ricordare soprattutto i due massimi picchi espressivi “The 7th Of Never” e “The Voice Of The Cult”), tutti orientati su un buon Guitar-Oriented Heavy/Epic Metal, dove però la performance vocale “infuocata” della Metal Queen in questione era sempre costantemente da assalto frontale. Oltre a ciò, la nostra amata Leather ha all’attivo un altrettanto buon disco solista del 1989, intitolato “Shock Waves”, prodotto sempre da Chastain e vertente sempre su lidi sonori consoni alla band madre, seppur ovviamente incentrati maggiormente sulla sua prestanza vocale che sull’elemento chitarra (affidata in questo disco ad un giovane talento scoperto da Chastain che è Michael Harris degli Arch Rival). Dopo uno “hyatus” musicale durato 20 anni, Leather torna a cantare, pare per una promessa fatta al suo grande amico, il mitico R. J. Dio, in punto di morte. E lo fa innanzitutto con il disco degli Sledge Leather Project (assieme alla batterista Sledge, sua collega nelle Rude Girl, la band pre-Chastain di Leone), facendo poi due discreti album con i Chastain (di cui l’ultimo in due versioni: una più Metal ed una più “jammata” in stile Hard ’70s, da me recensita sempre qui su Giornale Metal), ed infine… come era giusto che fosse, con una seconda prova da solista. “Leather II” fa quindi il suo ingresso negli scaffali dei negozi di dischi, grazie ad un accordo discografico internazionale che vede avvicendarsi la Divebomb Records per l’America, la High Roller Records per l’Europa e la Rubicon Music per il mercato Giapponese. Debbo dire innanzitutto che la nostra amata vocalist, temporaneamente lontana dal mentore Chastain, ha saputo crearsi attorno una band davvero ottima. Risultato di una sua recente sortita in Brasile. La formazione comprende infatti musicisti appartenenti alla scena “carioca”, skillatissimi per tecnica ed espressività. Abbiamo quindi i due chitarristi solisti Vinnie Tex e Marcel “Daemon” Ross, anche coautori dei brani assieme alla stessa Leather. Non da meno una solida sezione ritmica composta dal bassista Thiago Velasquez e dal batterista Braulio Azambuja. Ross è anche unico autore dei primi due brani dell’album, tra i quali risalta in particolar modo l’iniziale, splendido assalto frontale “Juggernaut”. Il quale appare “emblematico” per tutto il resto dell’album. Metal At Its Best!!! Ma in scaletta ci sono anche altri brani che presentano un’eccezionale espressività ed emotività tutta propria del Metal nella sua forma ottimale. Tra questi voglio ricordare i miei preferiti “Lost At Midnite” e l’anthemica “Hidden In The Dark”, nonché la semi-ballad “Annabelle” e “Sleep Deep”, il cui testo è probabilmente dedicato alla memoria del grande Ronnie J. Dio, così come lo è dichiaratamente tutto il disco, come riportato nelle note di copertina. La produzione è perfetta, attuale, presettata a meraviglia. Per tutto l’album i due chitarristi si rincorrono a suon di shredding e riffoni ferali, coadiuvati da una sezione ritmica affiatata come una squadra di Formula 1. Ma in codesti scenari sonori è sempre lei, la Metal Queen, che con la sua inimitabile ed inconfondibile voce si muove con una disinvoltura che pare non aver mai perso lo smalto migliore, neanche dopo 20 anni di pausa dalle scene. Potenza, visceralità, vibrati su note medie ed alte, ed un’espressività “ferale” ancora oggi definibile come non comune. Comprensibilmente, oggi non potremo certo trovarci difronte a registri sparati in maniera esageratamente alta (come accadde in passato, ad esempio, sull’epocale acuto “I WILL NEVER DIE!!!” della traccia “Fear No Evil”, presente sull’album dei Chastain “Mystery Of Illusion” del 1985), ma comunque generalmente le nuove canzoni sono ben cucite sul registro vocale attuale della Metal Queen. E credo che il risultato possa considerarsi ottimale a livello espressivo. A me, come a molti, basta riascoltare la sua caratteristica voce su nuove canzoni di questa levatura per sentirmi felice. Come sono felice che Leather Leone abbia realizzato il desiderio di formare una band con musicisti provenienti dall’area “Latina”, dove da moltissimi anni il Metal ha avuto un’impennata di popolarità precedentemente impensabile. Di particolar cuore ancora oggi è il cantato di Leather… almeno quanto “di cuore” i musicisti metal che l’accompagnano. Il disco che ne scaturisce è un disco Metal “di gran cuore”. Buy or die!
Voto: 8,5/10
Alessio Secondini Morelli