Settimo album per i tedeschi Kissin’ Dynamite, e che album. A distanza di quasi 4 anni dal precedente “Ectasy” (del 2018), la band di Hannes compie un ulteriore passo in avanti. Naturalmente il loro sound è il classico Hard Rock melodico aromatizzato dagli anni 80, ma oltre a questo si noto un netto miglioramento nel songwriting che li ha portati a creare un lavoro pieno di anthem rock, dove ogni canzone ha la capacità di brillare di luce propria.
Si parte a bomba con la Title Track che riassume tutte le peculiarità del loro sound. Groove mozzafiato, ritmi sostenuti e un refrain da urlare con i pugni al cielo. Impossibile non farsi coinvolgere con un pezzo del genere. “What Goes Up” rallenta un attimo, ma è ancora il ritornello e i suoi “na na na” ruffiani alla massima potenza a far da sostegno alla canzone. Un ulteriore punto di forza, oltre alla musica, sono poi i testi ultra ironici. Pezzi come “Only The Dead” (vero punto di incontro tra The Cult e Bon Jovi”) recita: “solo ai morti non frega niente”, “No One Dies A Virgin” (dal ritmo indiavolato) “nessuno muore vergine, alla fine la vita ci fotte tutti”, o la H.E.A.T. oriented “Yoko Ono”. Strepitosa “Good Life” che vede la partecipazione di Guernica Mancini (Thundermother), Charlotte Wessels (ex Delain) e Alea der Bescheidene (Saltatio Mortis). Ballad eterea che poi esplode in un super ritornello e un finale gospel da pelle d’oca. In più questa canzone è stata scritta per supportare la ricerca alla lotta ai tumori infantili e questo aggiunge ulteriore valore. Si prosegue con “Coming Home”, l’hit single che i Bon Jovi avrebbero potuto scrivere se avessero perseguito la strada intrapresa con “Have A Nice Day”, e “All For A Halleluja” concentrato di ruffianeria che parte dal riff di chitarra, proseguendo per il ritornello fino a raggiungere il testo (dal vivo sarà una bomba). La versatilità della voce di Hannes è poi possibile apprezzarla con i due lenti. “Gone For Good” possiede melodie azzeccatissime che sfociano in un refrain arioso e coinvolgente e la finale “Scars” è un vero concentrato di emozioni che assalgono l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota e rappresenta uno spaccato che dell’evoluzione della band, le delicate partiture orchestrali e il finale in crescendo la annoverano tra le migliori scritte dal combo tedesco. Ma non è ancora finita. Se gli Scorpions incontrassero gli Eclipse in un improbabile scontro generazionale nascerebbe “Defeat It”. La canzone poi che più mostra le capacità dei Kissin’ Dynamite di coniugare le loro influenze è “Vodooo Spell”. Introdotta dalle percussioni è sorretta in maniera sublime dalla concatenazione tra refrain e chitarre. Un altro pezzo boombastico da riproporre sul palco.
Con “Not The End Of The Road” i Kissin’ Dynamite dimostrano che non hanno niente da invidiare ai song writer più in voga negli anni 80. L’album contiene 12 potenziali hit singles e possiamo senza dubbio considerarlo come il loro capolavoro. Lavori come questo risollevano il morale e l’anima e rappresentano un’ottima terapia medica contro le brutture che ci circondano al giorno d’oggi. Se amate gli inni rock con derivazione 80’s non fatevi scappare questo cd.
Voto: 9/10
Fabrizio Tasso