I King Witch sono formazione di Edimburgo che riemerge a due anni di distanza dal debutto “Under the mountain”, e se non li conoscete vi direi un mix tra Black sabbath, Cathedral e Candelmass ma con la voce femminile. Questo lavoro esce per Listenable records alcuni mesi fa.
La proposta del quartetto è un doom metal fortemente influenzato dalle band di cui sopra e strutturalmente il suono e le composizioni sono pesantemente intrise di un metodo ed unna malia tipica degli anni settanta dello scorso secolo.
La particolarità se vogliamo sta nel registro vocale della frontwoman Laura Donnelly che a dispetto della “normalità” di questo periodo storico musicale lei usa le sue capacità vocali per fare quello che serve e quello in cui lei è ottimale: cantare senza finti virtuosismi e finti liricismi, mettendoci anima e cuore.
Le scelte di “campo” in fase di registrazione, di mix e mastering sono chiare, ancorché siamo di fronte a delle scelte anni 70, come ci siamo detti, ma con alcune accortezze moderne. Il suono pur restando sulfureo ed oscuro non è vittima di certi metodi “sporchi” di registrare ed il risultato è molto gradevole nel complessivo; le canzoni sono interessanti nella misura in cui si apprezza un certo tipo di sound ed un certo metodo di composizione. Di certo se non si apprezza la tradizione del doom e di un certo modo di fare musica in vecchio stile, difficilmente si apprezzerà questo secondo lavoro della band.
Per darvi un rimando empatico direi serenamente che: la titletrack che apre il disco “Body of light”, “Call Of the hunter”, “Witches mark”, “Solstice I: she burns” e “Return to dust”. Come sempre consiglio un ascolto per poter decidere quali tra queste nove tracce sono le vostre preferite.
Concludendo questa recensione, direi che un album molto buono che ha nelle due facce della stessa medaglia un grosso problema: aver così forti radici nel passato è certamente una cosa positiva solo per quelli che sono appassionati, ma per chi non è interessato ad ascoltare un sound vecchio stampo difficilmente troverà interesse a riascoltare questo lavoro.
Voto: 6.5/10
Alessandro Schümperlin