Dietro al nome Gothminister c’è il deus ex machina Bjørn Alexander “Gothminister” Brem e in venti anni, abbondanti, di carriera ci ha proposto diverso materiale corposo e di alta qualità; siamo al cospetto del loro settimo album Pandemonium uscito tramite AFM Records.
Ovviamente non è solo abbiamo anche: Eirik «Blodøks» Øien (Basso), Glenn «Icarus» Nilsen e Ketil «Turbo Natas»
Eggum (chitarre), Christian Svendsen „Chris Dead“ (batteria)
Se non avete idea i Gothminister fanno dell’industrial goth parecchio ispirato e con delle derive interessanti. Ci sono ovviamente i synth che hanno una posizione di prestigio, ma non mancano i riffoni di metal in stile 69 eyes, Ministry e Rammstein ma non solo, cori epici, voci profonde, melodiche ed ovviamente accattivanti loop a cavallo tra materiale stile Cradle of filth e Dimmu borgir e di nuovo i Ministry di cui sopra.
Va ammesso che ci sono delle chiare attitudini verso un sound più centro europeo, quindi i rimandi a certi componimenti tipici del NDH sono palesi e “d’ordinanza”.
Produzione di alta qualità, i suoni sono tutti ottimamente gestiti, partendo proprio dai synth che seppur in primo piano non sono invasivi per gli altri strumenti.
Basso a tratti poco percettibile, ma presente; in questo caso la “problematica” è che facendo il proprio lavoro di collante tra le batterie ed il resto della strumentazione, si miscela pesantemente sia con la batteria che con le frequenze basse dei synth e della chitarra. Chitarre che suonano principalmente in stile NDH, ma non solo ed è questo il quid speciale della band. Riuscire ad essere funzionale per più generi, senza perdere credibilità e senza risultare “il minestrone delle note”.
Batteria minimale, ma ben strutturata, con delle piccole accortezze in più, ci sono delle code dei tamburi che sono tagliate troppo a mio avviso, si otterrebbe un lavoro superlativo; ma siamo nell’ambito delle preferenze personali e non certo un errore.
Le influenze sono ben udibili, ma si sente anche la personale anima della band e il loro modo di suonare senza, ribadisco in altro modo, un copycat del goth e/o dell’industrial. Situazione tutt’altro che comune ed è forse quello il problema principale nella musica odierna, riuscire a dare un proprio apporto senza dover percorrere in tutti i sensi di percorrenza le strade tracciate da altri. I Gothminister ci riescono in modo ottimo.
“Norge”, “Bloodride”, “Star”, “Run faster”, la stessa titletrack “Pandemonium” e menzione speciale per “Kingdoms rise” sono le tracce che mi hanno colpito più di altre di queste dieci, fermo restando che ho capito poco l’intro in questo album, ma potrebbe “allegramente” essere un limite mio. ascoltate questo lavoro e troverete le vostre canzoni preferite.
A conclusione un buonissimo lavoro, con delle parti meglio riuscite di altre; come sempre vi esorto ad ascoltare questo lavoro, come altri ed i precedenti, ci sono un sacco di band che hanno potenziale ed hanno parecchio da dire e da dare. I Gothminister sono tra questi; dispiace solo che non hanno ottenuto ancora tutta la fama che meritano.
Voto: 8.5/10
Alessandro Schümperlin