di Maurizio Mazzarella
Perché otto anni per tornare con un nuovo disco?
Il disco che doveva seguire “Steal The Fire”, a dire la verità, era già praticamente pronto molto prima… la composizione dei pezzi era a buon punto e mancavano le rifiniture e la registrazione vera e propria. A quel punto c’è stata la separazione dal cantante dei primi due dischi. Ed è evidente che perdere la voce per un gruppo rock può essere veramente penalizzante e destabilizzante. Quindi invece di terminare il lavoro abbiamo dovuto cercare una nuova voce: ed è arrivata Silvia! A quel punto abbiamo voluto riarrangiare i pezzi e pensare a nuove linee vocali adatte a lei, poi le registrazioni, il cambio di casa discografica (visto che la precedente non ha gradito il “cambio stilistico”), e il fermo per quasi 2 anni dovuto al Covid… se ci guardiamo indietro non ci abbiamo messo nemmeno molto e siamo riusciti ad affrontare tutto!
Perché chiamarlo Reborn, cosa si nasconde dietro questo titolo?
Rinascere da tutto quello che ci era successo… rinascere con una nuova voce, con una nuova casa discografica, rinascere da un periodo oscuro come una pandemia… abbiamo capito che occorre rinascere continuamente per affrontare avversità sempre nuove… ogni giorno dobbiamo essere pronti a nuove sfide.
Come è nata l’idea di puntare su una voce femminile?
Non abbiamo mai avuto preclusioni o rigidità a tal proposito, se pensi che uno dei nostri gruppi preferiti sono gli Avatarium, capisci bene che la voce femminile per noi si sposa benissimo con atmosfere dark e doom… e la fortuna ci ha aiutato. Silvia era una “vecchia” conoscenza in quanto ha cantato da sempre in formazioni rock/blues locali… le abbiamo proposto una prova e a metà della prima canzone abbiamo smesso di suonare per dirle che doveva rimanere a cantare con noi ed entrare stabilmente nel gruppo… poi abbiamo iniziato a lavorare sulle nuove linee vocali… il resto si può sentire su disco e ne siamo totalmente soddisfatti.
Da un punto di vista stilistico e compositivo, come si sono evoluti i Darking?
I Darking, alla fine, sono sempre i soliti. Prendiamo gli strumenti, ci troviamo in sala prove, iniziamo a jammare, escono dei riff e ci lavoriamo tra risate e battutte spesso di basso livello… nascono dei pezzi che poi nel tempo elaboriamo, io (Agostino) scrivo i testi in base all’umore del momento e poi arrangiamo il tutto… e questo da parecchi anni ormai… siamo più “vecchi”, più maturi, un po più delusi e incazzati forse, ma quando accendi l’amplificatore passa tutto e conta solo il boato che ne esce e il feeling tra di noi… non ci sono segreti o metodi, solo passione e sudore… è solo rock’n’roll che non cambia e non invecchia.
La bellezza di Reborn può essere nella lunghezza dei brani col passare dei minuti diventano sempre più avvolgenti?
Questa è una nostra caratteristica: non riusciamo a fare pezzi brevi. Una nostra canzone tipo passa tranquillamente i 6/7 minuti… non saprei dire il perché: probabilmente per creare una atmosfera che introduce al pezzo e lo fa sviluppare ci occorre del tempo. Posso solo dire che quando suoniamo non sembrano pezzi lunghi, anzi, spesso finiscono proprio quando ti stai divertendo. Del resto il Rock progressivo è sicuramente una nostra influenza…
Facendo un sorta di autoanalisi, ad oggi come è stato recepito Reborn?
Francamente ad oggi non saprei ancora argomentare una valutazione. Dapprima abbiamo percepito alcune perplessità per il “cambio” di sonorità… Ma… le recensioni sono ottime se pensiamo (solo a titolo di esempio) all’8 dato da Rock Hard Italy o alla vostra (a proposito grazie!). Il giudizio di amici e sostenitori è veramente incoraggiante. Noi siamo molto soddisfatti e la Underground Symphony ci supporta con convinzione. Daltro canto le occasioni per suonare e confrontarsi per band underground che propongono materiale proprio in ambito metal sono scarse (per non dire nulle) e il mercato (che è sempre in evoluzione e in riduzione) non premia neppure i grandi nomi… che altro fare se non continuare a suonare?…
Si nota la differenza per voi tra il mercato esterno e quello italiano?
Non abbiamo grossi numeri per confrontare o smentire opinioni, ma direi di si… basta vedere all’estero il giro di concerti e i nomi che ci sono…
State portando avanti delle date live?
Come dicevo, poche, troppo poche… ma vedo che è un male comune e la Toscana è particolarmente povera di appuntamenti.
Quando ora il nuovo album?
Abbiamo già diversi pezzi pronti e le nuove composizioni nascono per e con la voce di Silvia. Non possiamo ancora sapere dove stiamo andando, lo scopriremo solo quando registreremo (se mai registreremo…), la strada però è tracciata: riguarda le nostre radici… e sarà una nuova, ulteriore, rinascita! Qualcuno ci ha persino consigliato di provare a scrivere in italiano per continuare un percorso tracciato verso il Rock Progressivo “teatrale” degli anni ‘70… chissà… Davvero grazie per il supporto!