Quando nel 2001 usci “The Metal Opera. Part I” sia il pubblico che la stampa rimasero folgorati dalla proposta degli Avantasia. La giovane età di Tobias Sammet (allora famoso solo per i suoi lavori con gli Edguy) fece rimanere a bocca aperta gli addetti ai lavori. Nel corso degli anni il sound della super band si è evoluto cogliendo sfaccettature e peculiarità derivate dalle influenze che hanno contribuito a formare il background musicale del cantante/songwriter di Fulda. Sempre coadiuvato dal fido Sasha Paeth anche questa volta il fido Tobias ha tirato fuori dal cilindro un album che non deluderà lo zoccolo duro dei loro fan.
Partenza a bomba con “Welcome To The Shadows”. Quello che si nota sono le atmosfere più oscure rispetto al recente passato ma il ritornello in classico stile Avantasia (vedi “Mistery Of A Blood Red Rose”) ci esalta immediatamente. Segue il primo singolo “The Wicked Rule The Night” che ci porta in lidi Power Metal grazie alla taglientissima voce di Scheepers. Anche qui la cura del ritornello si contrappone alle chitarre violentissime creando un ibrido tra Primal Fear e Judas Priest. “Kill The Pain Away”, con Floor Jansen, sfiora lidi hard rock. Il duetto tra i due funziona bene così come la parte operistica. Quello che funziona meno è quel senso di già sentito che pervade la canzone. Questa sensazione si ripropone alcune volte durante l’ascolto del cd ma fortunatamente non ne attacca la bellezza e soprattutto non lo rende scontato. In effetti basta l’attacco di “The Inmost Light” per sapere che il protagonista sarà Michael Kiske. La speed song rimanda ai due “The Metal Opera”, cosa che non stupisce più di tanto. Rimane comunque un piacere sentire il cantante degli Helloween mentre si cimenta in quello che è di più nelle sue corde. In “Misplaced Among The Angels” ritroviamo Floor in una ballad dalle grandi aperture melodiche, con un Sammet ispiratissimo. Niente di nuovo ma melodie azzeccatissime. Con “I Tame The Storm” entra in scena anche Jorn Lande che insieme a Tobias impreziosisce la song con la sua potentissima voce. Il riff di chitarra violento si contrappone con il refrain melodico, ma quello che impressiona è il giusto bilanciamento tra le due cose. “Paper Plane”, con Ronnie Atkins, è senza dubbio da annoverare tra le canzoni più valide. La linea melodica, dolce, soffusa e a tratti malinconica la rende emozionante. Poi arriva la title track dove gli Avantasia colpiscono ancora nel segno. Sarà grazie all’apporto del magnifico Bob Catley ma questa canzone entra di diritto tra i cavalli di battaglia della super band. Il ritornello trascinante, l’alternanza delle due voci e le orchestrazioni ne fanno un gioiello da ascoltare in loop. “Rhyme Or Reason” finalmente ci mostra un Eric Martin alle prese con un brano fondamentalmente di metal melodico e non nella classica ballad. Il buon Eric si cala in questo ruolo dimostrando la sua grande versatilità aiutato anche dal gran groove che possiede il pezzo. “Scars” è il terzo squillo di quest’album. Geoff Tate presta la sua splendida e teatrale voce in un mid tempo dalle molteplici sfaccettature. Quello che gli Avantasia non perdono mai di vista e la loro capacità di creare canzoni intrinsecamente melodiche ma dotate di quella grinta e quella solidità in modo da tenere sempre alto l’interesse dell’ascoltatore. Qualità che si riflettono nella conclusiva “Arabesque” che fonde suggestioni celtiche a quelle arabeggianti. Nei 10 minuti della song, si alternano le voci di Tobias, Jorn e Kiske ottimamente supportate dalle parti orchestrali e dalle atmosfere create dalle linee melodiche.
In definitiva “A Paranormal Evening With The Moonflower Society” non delude le aspettative riflettendo in toto tutte le peculiarità del sound creato dagli Avantasia. L’unico appunto che possiamo fare a quest’album è che alcune volte lascia un senso di deja-vu rimandando la mente a paragoni e similitudini con le precedenti produzioni. Per il resto tutto è prodotto alla grande e suonato ancora meglio. Probabilmente questo cd non raggiunge i fasti dei precedenti “Moonglow” e “Ghostlights” ma rimane comunque un prodotto di grande caratura.
Voto 7,5 / 10
Fabrizio Tasso