Gli Anvil sono sempre stata una band di nicchia nel mondo dell’hard & heavy. Di solito chi ne è un fan accanito loda la loro integrità stilistica, chi non li sopporta rifiuta il loro immobilismo cronico (che ha avuto inizio dal 1981) e c’è invece qualcuno che non è propriamente un loro fan ma apprezza la loro musica. Sentiamo di annoverarci tra quest’ultima definizione e senza preconcetti ci avviciniamo al loro diciannovesimo album in studio intitolato “Impact Is Imminent“.
L’album è introdotto da nientemeno che Dave Grohl, fan di lunga data della band. E subito parte “Take A Lesson” ringhiosa e potente in puro stile Anvil. “Ghost Shadows” è un esemplare prova di proto thrash, con basso e ritmica imponenti. Ci si calma col midtempo “Another Gun Fight” ma è solo un’apparenza perché lo stimolo di iniziare un headbanging é fortissimo. “Fire Rain” ha un riff devastante tra l’heavy e lo speed metal, un altro cazzotto in pieno volto. “Teabag” è uno strumentale dalle insolite venature blues e prepara il terreno per la doppietta “Don’t Look Back”, “Someone To Hate”, pesantissima la prima e ferocissima la seconda. Gli Anvil non sembra vogliano mai togliere il piede dall’acceleratore e continuano a picchiare duro, proprio come un martello sull’incudine. “Bad Side Of Town” ci investe con la sua batteria tellurica e “Wizard’s Wand” ci esalta con un super assolo. “Lockdown” vista l’atmosfera più cupa è chiaramente ispirata da quel periodo, mentre “Explosive Energy” è quasi un tributo ai Motörhead, più metal e meno rock and roll. “The Rabbit Hole” è speed metal nella maniera più “ignorante” ma sfido chiunque a non esaltarsi sentendola dal vivo. Chiudono “Shockwave” accostabile per certi versi al sound dei Black Sabbath e la strumentale “Gomez” con tanto di fiati e una sottile linea funky.
In definitiva “Impact Is Imminent” è un altro album coerente alla visione musicale degli Anvil. La produzione, migliorata rispetto agli album precedenti, enfatizza la potenza delle canzoni e ci permette di godere appieno della voce e della chitarra di Steve “Lips” Kudlow, della batteria di Robb Reiner e del basso di Chris Robertson. Magari non sarà tra i migliori del combo canadese ma si lascia ascoltare dannatamente bene.
Voto: 7/10
Fabrizio Tasso