Ci sono libri che si scrivono in pochi(…ssimi) mesi, ci sono libri che vengono pubblicati per far (poca) cassa, ci sono libri che escono sul mercato perché tutti vogliono il loro libro in vetrina, ci sono libri che non hanno un motivo preciso per esistere… Al contrario ci sono libri pensati per lungo tempo e la cui idea è nata in tempi non sospetti, magari molti anni fa. E poi scopri che hanno avuto una lunga gestazione perché son stati scritti a valle di ricerche condotte con dedizione monacale, magari non solo consultando bibliografie fisiche e virtuali, ma anche interloquendo con chi le storie che vuoi raccontare le ha vissute. Poi son anche stati oggetto di un lavoro di verifica e revisione fatto con piglio accademico, con la complicità di un editore che non ha voluto lasciare nulla al caso ed uscire sul mercato con un lavoro evidentemente eccezionale. Ebbene, è proprio in questa seconda categoria che ricade il libro di cui stiamo parlando. Antonio Zuccaro (classe 1972) è arrivato ai Misfits grazie all’importante esercizio didattico-musicale proposto dai Metallica con The $5.98 E.P.: Garage Days Re-Revisited nel 1987, colpito in particolare dal medley Last Caress/Green Hell posto come ultima traccia. Ora immaginate il fascino di questa scoperta per un ragazzo quindicenne in un periodo in cui non esisteva il web e l’unica fonte d’informazione erano le riviste metal, ai loro albori, e le fanzines. Poi arriva l’Università, si va in una città più grande ed aumentano a dismisura le possibilità di reperire materiale discografico ed ampliare la lista dei contatti con altri appassionati… Un esperienza, quella che Antonio racconta nella prefazione, simile a quella vissuta da molti di noi e che non posso negare abbia contribuito ad aumentare il mio coinvolgimento emotivo nella lettura del libro. Una storia complessa, articolata, difficile da ricostruire perché non è quella di Clash, Ramones o, da un altro verso di Iron Maiden o Metallica stessi. Tra l’altro non ricca di fonti certificate come i gruppi appena citati, per cui davvero encomiabile è stato il lavoro fatto per “certificare” anche il minimo particolare. Una storia però affascinante, quella di un gruppo che è stato precursore nel coniugare il punk, solitamente legato a tematiche sociali, con un iconografia horror mutuata da fumetti, grande passione del cantante Glenn Danzig, film e trasmissioni a tema tanto in voga negli USA e che negli anni ‘60/’70 erano uno dei passatempi principali per gli adolescenti. Estrinsecando il tutto nella musica, dura sino a tendere al metal, nei testi, nel corpse paint per le foto e le esibizioni live, negli artwork dei dischi e persino nel Crimson Ghost che è diventata la storica mascotte del gruppo, proprio come Eddie per gli Iron Maiden. La narrazione alterna la declamazione di nomi, date e cifre alla citazione di accadimenti di ogni tipo, sino agli “scazzi” tra Danzig ed il bassista Jerry Only che portò allo split di quella che è considerata la formazione storica della band (…tornata da qualche anno insieme sotto il nome di The Original Misfits, con addirittura Dave Lombardo alla batteria). E’ proprio questo arco temporale (1977-1983) che il libro affronta in modo sostanziale, per fermarsi comunque definitivamente al 1997, anno della pubblicazione appunto di Static Age, postumo del nucleo originale ed a valle di un tentativo degli storici Jerry Only e Doyle (Paul Caiafa) di riunirsi con Danzig. L’autore ha fatto del suo meglio per trasmettere, con uno stile colloquiale, tutta la sua passione sull’argomento e renderne la lettura scorrevole. Notevole è anche l’apparato iconografico, con foto d’epoca, flyer, locandine e, sorpresa, una corposa appendice con le schede biografiche di tutti i gruppi che hanno incrociato i Misfits nel loro cammino tra il 77 e l’83, tra cui Suicidal Tendencies, Black Flag, Damned e tanti altri. Campeggia in copertina, oltre ad una splendida immagine del Crimson Ghost, la dicitura “unofficial and unauthorized” che Tsunami Edizioni, che ha curato come sempre in modo eccellente la pubblicazione del tomo, ultimamente preferisce evidenziare (anche sul recente lavoro dedicato ai Marillion) per evitare problemi con qualche bizzoso management… Non vado oltre se non per dirvi di supportare queste pubblicazioni per niente mainstream. Fate vostro questo libro perché ne vale davvero la pena!!!
Voto: 10/10
Salvatore Mazzarella